Come ago in un pagliaio

Vi siete mai chiesti perché è difficile trovare un immigrato inserito nell’ambito della imprenditoria cittadina? O che abbia formato o appartenga ad una associazione o ad una cooperativa? O ancora che abbia tentato di entrare nella sfera artistica – culturale ( cinesi a parte)?

Vi siete mai chiesti il perché nelle altre città d’Italia, gli stranieri producono vino, aprono le pizzerie o generano il Parmigiano, provvedendo a fornire posti di lavoro ad altri connazionali?

Riflettendo insieme, le risposte possono essere molteplici, eccone alcune. Come prima analisi la nostra città non ha un forte sviluppo industriale, sono poche le materie prime a disposizione e la disoccupazione raggiunge livelli altissimi ( si pensi che ogni due anni emigrano da Messina circa 2000 cittadini giovani ).

In seconda analisi, e questa mi sembra la più attendibile, esiste una quasi totale assenza di informazioni inerenti al mondo imprenditoriale (quali leggi o applicazioni, o ancora iter da seguire per ottenere finanziamenti, partita I.V.A. ecc) che sia di facile portata per gli stranieri .

Da una mia diretta esperienza posso dedurre che le leggi Italiane favoriscono gli immigrati che siano in regola e che posseggano la residenza, per poter aprire una propria impresa (preferibilmente se sei donna).

Ma attualmente esiste un numero esiguo di stranieri che abbia la voglia e soprattutto il coraggio per farsi avanti. Sicuramente l’idea progettuale deve essere ben ponderata e presentata agli organi competenti e preposti, ma il tutto non è facile.

Vorrei riportarvi una breve intervista fatta ad un marocchino di nome Youssef che ha avuto il coraggio di rilevare e gestire una piccola tipografia in città.

Raccontaci brevemente la tua esperienza.

– Sono venuto a Messina molti anni fa. possedevo già il mestiere di tipografo ed ho lavorato da subito come dipendente in una tipografia locale. Da qualche anno sono riuscito a rilevare questo esercizio che è diventato tutto mio.

Quali sono gli ostacoli burocratici che hai dovuto superare per cominciare l’impresa?

– Non ci sono stati ostacoli burocratici.

Come reagisce il mondo messinese imprenditoriale alla tua impresa?

– Il mercato editoriale è pieno. C’e concorrenza, ci sono pregiudizi, ma noi siamo riusciti ad organizzarci in modo tale che l’impresa vada discretamente.

Yuossef quali sono le tue aspettative?

– Voglio rinnovare l’attrezzatura prima di tutto. Poi… sono ottimista. Spero ad un miglior futuro.

Cosa suggerisci agli stranieri che pensano di aprire una propria impresa?

-Siate pronti ai sacrifici. L’impresa è un impegno difficile. Non si nasce imprenditori in un giorno. Mi preparavo già da tempo per essere un tipografo. Ci sono grandi paure e dubbi, ma se hai un’idea molto ben ponderata si può provare .

Auguriamo a Youssef di continuare e far prosperare sempre più la sua impresa

Abbiamo visto che la legge italiana favorisce gli stranieri nell’imprenditoria e l’ultima parola dipende quindi dalla personale volontà dell’immigrato nel voler portare avanti la propria iniziativa. Da noi in Russia si dice: “Sotto un sasso fermo l’acqua non passerà mai-.

IRYNA CHUMAKOVA