Si avverte un clima da guerra civile in cui la politica non sembra più in grado di scongiurare gli scontri. L’inizio di questa calda estate non poteva essere peggiore per il nostro Paese. In Campania tonnellate di rifiuti vengono dati alle fiamme; con risultati devastanti per la salute pubblica. In Piemonte i No Tav mettono in atto piani da guerriglia contro le forze dell’ordine. E’ la sconfitta della politica, l’incapacità di dialogare con i cittadini, ormai palese. Mentre la nave affonda, Silvio Berlusconi prende sempre più le distanze dal suo timoniere, Giulio Tremonti: accusando il Ministero dell’economia di aver tenuti nascosti dati importanti sulla reale situazione finanziaria del Paese.
L’esecutivo è sempre meno credibile, la sua autorità appare compromessa e l’anarchia potrebbe apparire la risposta più a portata di mano; per coloro che non si sentono ascoltati. Lo Stato ha il dovere di ristabilire la legalità, ma tiene anche l’obbligo morale di comprendere quale malessere possa spingere dei cittadini a protestare in modo così violento. La politica italiana deve immediatamente effettuare un profondo esame di coscienza, iniziando dal Premier dal qual ci si attende, ancora invano, quel doveroso passo indietro. Ma stando alle ultime dichiarazioni, l’obbiettivo resta il 2013, ovvero la normale conclusione della legislatura.
Ma se la nave cola a picco, l’opposizione ha la sua bella parte di responsabilità: incapace di contrastare politicamente l’assolutismo del Cavaliere e di presentare un programma di governo ben definito. Si guarda alle primarie, e già ci sono i primi screzi tra Di Pietro e Vendola: evidentemente incompatibili. Ancora da definire il rapporto tra il Pd e il Terzo polo. In sostanza si temporeggia mentre si cercano nuovi equilibri nel centrosinistra. Tuttavia 18 mesi passano in fretta e, come d’abitudine ormai, si rischia di giungere all’appunto elettorale con il modesto collante di essere l’unica alternativa a Berlusconi.
Fabrizio Vinci, vinci@usa.com