AL SALONE DEGLI SPECCHI “6 VOCI IN CERCA DI SIGNIFICATO-

Messina – Si è conclusa venerdì scorso la Mostra collettiva d’arte contemporanea realizzata nel Salone degli Specchi della Provincia Regionale di Messina. Una iniziativa degna di lode per i giovani artisti messinesi che hanno, così, dato prova del loro innegabile talento.

Neo laureati all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, Isabella Attanasio, Maria Celeste Boemi, Grazia Calvo, Daniela Cannata, Giuseppe Castano, Francesco Dieni, Roberta Rampello, Brunella Rao, Dario Rugolo, Marco Saija, Elena Sudano e Orazio Sturniolo hanno dato spazio alla propria creatività affrontando, peraltro, il difficile compito di rappresentare tematiche dal profondo significato per la società contemporanea: democrazia, diritto, giustizia, progresso, pubblico, sistema.

“6 Voci in cerca di significato-, non la solita mostra di quadri o sculture, non dipinti su tela o pittura ad olio, non statue in bronzo, gesso o legno, ma un’insieme di materiali diversi, uniti da un’invisibile filo conduttore che porta, gradualmente, alla creazione delle opere d’arte contemporanea. Occorre fare un passo indietro fino ai primi del Novecento, allorquando i modi di espressione e le tecniche degli artisti cominciano ad essere influenzati dalle scoperte ed innovazioni introdotte dallo sviluppo industriale, attraverso l’avvento delle nuove macchine e dei nuovi materiali che si affacciano nella vita di ogni giorno. Si passò, così, dall’arte intesa come percezione della realtà all’arte come concettualizzazione e rielaborazione intellettuale del dato naturale. La nuova visione portò ad un rinnovamento completo delle opere, che, volendo rappresentare situazioni spazio-temporali multiple e complesse, necessitarono di nuove soluzioni formali e tecniche, come il polimaterialismo, la policromia degli assemblaggi, la spazialità e il vuoto intesi come parti integranti delle opere. Da qui la necessità di uilizzare, insieme, materiali come i pezzi di cartone, il metallo e fil di ferro in abbianamento a quelli già usati nel passato. Tutto ciò che fa parte della vita quotidiana può essere utilizzato come mezzo di espressione artistica ed in questa direzione, nella prima metà del Novecento, si arrivò al “ready-made-: qualunque oggetto assume lo status di opera d’arte, realizzando il prototipo di opera concettuale e permettendo a tutto l’universo della materia di entrare nel laboratorio dell’artista, che diventa in questo modo padrone di qualsiasi materiale egli ritenga utile alla trasmissione dell’idea.

I nostri giovani artisti hanno presentato dunque le loro opere ricche di plastica, componenti metallici, carta, cartone, colle, e quant’altro, il tutto legato armoniosamente per trasmettere un preciso messaggio. “[…] Per la creazione delle opere – evidenzia la giovane artista Roberta Rampello – sono stati utilizzati materiali di scarto e di recupero come ferro, plastica, bitume, gesso, cartone, vetro e scarti di tecnologia quali componenti elettronici e supporti video. Non ci sono comunque limiti nella scelta dei materiali […]-. Nulla lasciato al caso nell’assemblaggio, come sottolinea Brunella Rao “[…] nulla è casuale, tutto nasce da un approfondito studio e dalla approfondita conoscenza di questi materiali. La traslazione dall’idea, invisibile, alla realizzazione visiva non è casuale ma strettamente legata alla scelta di questi materiali ed al loro intrinseco significato […]-.

La manifestazione, presentata dal professore Luigi Amato ed organizzata con il Patrocinio della Provincia Regionale di Messina e dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, dopo una settimana di emozionante successo si è dunque conclusa. Un plauso particolare va ai nostri giovani talenti, degni di essere ammirati per la loro creatività e desiderio di andare avanti, nell’attesa di poter nuovamente apprezzare le loro opere nella magica e caratteristica atmosfera della meravigliosa città dello Stretto.