Paghiamo tasse comunali, regionali e statali, per non avere neppure il diritto di avere strade pubbliche degne di essere così chiamate.
Analizzando le nostre strade provinciali, ci si chiede se anche noi (dell’area nord orientale della provincia di Messina, nello specifico S.P. n° 54 e S.P. n° 56), rientriamo a far parte di questa grande Nazione che si chiama Italia; qualche dubbio sorge.
Lungo le suddette strade si possono facilmente individuare le tante situazioni di rischio:
TOTALE ASSENZA DI SEGNALETICA ORIZZONTALE;
SPORADICA E LOGORA SEGNALETICA VERTICALE;
MANTO STRADALE D’ALTRI TEMPI;
FALSA MANUTENZIONE DELLE STRADE;
CONDIZIONI PERICOLOSE E AD ALTO TASSO DI MORTALITÀ.
La segnaletica rappresenta spesso il primo elemento di interazione strada-utente. Molti dei nostri comportamenti alla guida sono influenzati dalla segnaletica sia verticale, sia orizzontale. Ma quest’ultima (qui totalmente assente), è senza dubbio l’elemento di maggior aiuto in condizioni di scarsa visibilità nelle nostre strade interurbane (soprattutto in inverno quando spesso c’è nebbia); le semplici “strisce bianche di margine-, ci informerebbero per tempo su variazioni del tracciato plano-altimetrico e sui cambi d’itinerario, garantendo così, sicurezza in condizioni di pericolo (ed ecco che le suddette strisce diventerebbero veri e propri binari, in grado di guidarci all’interno della carreggiata).
Certo, l’automobilista, ha il dovere di guidare sempre con la massima attenzione ed entro i limiti di velocità consentiti dalla legge, ma ha anche il diritto che le infrastrutture siano almeno adeguate ai dettami del Codice.
Per tutti questi motivi, ritengo che la Provincia Regionale, dovrebbe attivarsi per realizzare un programma, costituito da interventi multisettoriali finalizzati alla riduzione dell’incidentalità stradale, che riguardi: primo, la semplice pulizia e manutenzione; secondo, il rifacimento delle pavimentazioni, della segnaletica (orizzontale e verticale) e in alcuni tratti, soprattutto, delle caratteristiche geometriche e costruttive della strada stessa.
C. Giordano