Le rivelazioni contenute nei documenti Wikileaks svelano all’opinione pubblica europea che l’Iran avrebbe a sua disposizione un missile in grado di colpire il vecchio Continente. Si tratterebbe di un ordigno bellico di produzione nord-coreana. Se per un verso le pubblicazioni di Assange sono l’essenza della libertà di stampa, dall’altro spianano la strada ad un prossimo conflitto contro Teheran.
Stati definiti moderati come Egitto, Giordania ed Arabia Saudita avrebbero già chiesto agli Stati Uniti un intervento di guerra convenzionale al fine di scongiurare un’eventuale conflitto nucleare. Il cerchio si stringe intorno ad Ahmadinejad definito -il nuovo Hitler-. La scottante documentazione di Wikileaks che sembrava dovesse minare la credibilità internazionale degli Usa, appare invece come un assist per dar il via alle manovre belliche a stelle e strisce, attraverso il nulla osta dell’opinione pubblica europea.
Probabilmente non sarà più necessaria la benedizione dell’Onu, per dare inizio alle operazioni di guerra, vista la -diffidenza- americana nei confronti delle Nazioni Unite e in particolare del segretario generale Ban Ki-moon. Anche la recente trasformazione del Patto Atlantico da -alleanza di difesa collettiva- a -organizzazione di sicurezza-, è un concetto che dimostra la volontà della Nato (degli Usa) di subentrare all’Onu come punto di riferimento per la sicurezza globale.
Fabrizio Vinci