La stagione estiva è alle porte, la primavera trova Messina “accarezzata” dai venticelli della campagna elettorale per le amministrative, che portano alle orecchie sempre la stessa solfa, cantata e ricantata dagli slogan: la città deve riappropriarsi del suo waterfront. In realtà l’affaccio a mare resta negato e al naso dei messinesi continua ad arrivare soltanto il tanfo degli scarichi abusivi, per lo più, o pubblici ma mal funzionanti. Un rosario di torrenti che dalle colline sfociano a mare, dove riversano montagne di spazzatura e liquami. E’ questo, ancora oggi, in troppe zone, il waterfront negato di Messina.
Malgrado il costante controllo della Capitaneria di Porto, ad oggi i lavori per mettere a posto lo stato dei torrenti e gli scarichi a mare vanno a rilento. Nel dicembre 2016 la Procura ha messo sotto sequestro nove scarichi tra viale Europa, Boccetta, Portalegni (che scorre sotto la via T.Cannizzaro) Giostra, San Licandro, Annunziata ed il quadro dei comandi del depuratore di Mili perché alcune tubature e condotte fognarie versano direttamente in mare materiale altamente inquinante, dopo i sopralluogi di Capitaneria, Vigili del Fuoco e Carabinieri.
Quattro i denunciati dalla magistratura per inquinamento ambientale: il sindaco di Messina Renato Accorinti, il dirigente comunale Antonio Amato, il presidente dell’Amam Leonardo Termini e l'ex direttore generale Luigi La Rosa.
Quasi due anni dopo, l’inchiesta della Procura è ancora aperta e scarichi e “contatore” sono ancora sotto sigilli, affidati all’Azienda acquedotti. Che per la verità alcuni lavori li ha fatti: Annunziata e Santa Cecilia- Viale Europa sono stati sistemati e su quasi tutte le coperture degli altri torrenti sono stati realizzati e messi a norma i tombini di ispezione necessari a verificare lo stato del letto sottostante. Così è più semplice effettuare un monitoraggio costante, ma molto lavoro è ancora da effettuare.
“Interventi di questo tipo”, spiega il presidente Termini “rientrano nella manutenzione ordinaria dell’Amam, che per effettuarli ricorre alle proprie casse, alimentate soltanto dal ricavato delle bollette delle utenze."
Per gli interventi straordinari, nuovi collettori, progetti di messa in sicurezza straordinaria e lavori in somma urgenza, deve intervenire il Comune. Così stabilisce il Contratto di Servizi siglato tra Azienda e Palazzo Zanca nel 2016: all’Amam l’esistente, in spesa corrente, al Comune i nuovi impianti.
Per la verità al Municipio un progetto precedente esisteva: lo aveva presentato lo stesso ingegner Amato ormai dieci anni fa e avrebbe permesso, con 400 mila euro, di sistemare definitivamente almeno il Portalegni e il Giostra. Ripresentato più volte, non ha mai trovato copertura.
Adesso il Comune punta ad un milione di euro del Masterplan da destinare a interventi specifici sui torrenti, in particolare per quel che riguarda la zona sud.
Se da un lato le fogne pubbliche sono ancora da sistemare, dall’altro gli scarichi abusivi incontrollati spuntano come i funghi, senza che i controlli riescano ad arginare il fenomeno. Altrove, come ad esempio in Calabria, le associazioni ambientaliste hanno mappato le coste, presentando alla Procura un dettagliato dossier degli impianti che riversavano direttamente a mare.
A Messina il contrasto rimane affidato alle forze dell’Ordine, in particolare la Capitaneria, la Forestale e i Vigili Urbani.
E malgrado l’Amministrazione si sia sempre dichiarata “un po’ più verde delle altre”, un ampio monitoraggio e uno stimolo alle rilevazioni e agli interventi da parte degli uffici comunali non è mai arrivato.
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