Tre punti essenziali per tornare a fruire dell’affaccio a mare. E’ la sintesi della lettera aperta che il leader regionale di Sicilia Futura Beppe Piccolo ha trasmesso al presidente della Regione Nello Musumeci in merito al dibattito scaturito dalla demolizione dell’ex Teatro in Fiera.
“Il dibattito stavolta non deve limitarsi, come accaduto almeno negli ultimi 20 anni, a rimanere tale- scrive Picciolo– I Messinesi, davanti alla possibilità di riappropriarsi del proprio waterfront, devono avere un sussulto e chiedere un intervento chiaro e concreto da parte della Politica e della classe dirigente”.
Picciolo invita il consiglio comunale ad affrontare la questione e predisporre un appello alla Regione. Oggi infatti non è in discussione solo la ricostruzione o meno dell’area che occupava “il Teatro in fiera”, che rappresenta appena 50 metri su un affaccio a mare cittadino il cui sviluppo supera i 60 km. Quello che serve oggi secondo il coordinatore regionale di Sicilia Futura è dare un segnale forte che attesti l’esistenza di una strategia politica che abbia a cuore la nuova mission per l’affaccio a mare e per lo sviluppo urbanistico, economico, sociale e culturale della tredicesima città d’Italia.
“Oggi dobbiamo dimostrare che la Politica regionale e cittadina non hanno intenzione di delegare al Presidente dell’Authority il futuro e le scelte strategiche di Messina. Mega è andato fuori tema con le sue dichiarazioni, per motivi di competenze istituzionali, ed errate, per mancanza di conoscenza anche delle attività poste in essere dall’Ente che dirige negli anni passati”.
Picciolo sottolinea come il Master plan cui fa riferimento il Presidente Mega nel suo comunicato esiste già e fu elaborato proprio su mandato dell’allora Autorità Portuale di Messina nel 2010 dai tre studi che si aggiudicarono i concorsi di progettazione dei tre piani particolareggiati (POT – Sottoambiti WAT e FAL) previsti dal (PRP) Piano Regolatore Portuale.
“All’interno di tale “masterplan”, nel 2016 proprio io stesso, con la consulenza Tecnica dell’architetto Alessandro Tinaglia, avevo chiesto di poter inserire anche la realizzazione della Cittadella della Cultura all’ex Ospedale Margherita prevista dalla Legge Regionale- spiega ancora-. Il waterfront non è la passeggiata né solo il lungomare con adeguato arredo urbano, ma il waterfront è il modello di sviluppo economico, sociale, urbanistico e culturale della Messina del futuro”.
Nella lettera aperta Picciolo ricorda a Musumeci che esistono già forse anche troppi strumenti attuativi (Piano Regolatore Portuale e relativi Piani Operativi, PRG con relativi Piani Particolareggiati, Piano Paesaggistico Ambito 9, PUDM, SIC, ZPS, etc..), esiste una visione che li integra attraverso un progetto (masterplan) coerente, esistono le soluzioni tecniche e le visioni. Ma serve passare dalle parole ai fatti e soprattutto fare scelte politiche chiare in forte discontinuità con il passato.
“Per dare una svolta allo sviluppo del nostro “Progetto del Mare”, che può oggi essere la somma di tante idee brillanti ed innovative, che può coinvolgere le migliori intelligenze professionali cittadini ed anche internazionali, bisogna sviluppare delle forti sinergie Istituzionali. Occorre mettere da parte le evidenti e radicali diversità politiche per creare quelle sinergie indispensabili al rilancio economico di Messina”.