All’inaugurazione del Waterfront, l’ultima parola è toccata ai rappresentanti pugliesi delle Istituzioni – il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro e il Governatore pugliese ed ex sindaco del capoluogo della Puglia, Michele Emiliano –, a testimoniare affetti e rapporti che intercorrono tra le due regioni e, specificamente, tra Reggio Calabria e Bari.
«Come presidente dell’Anci, porto qui i saluti dei sindaci dell’intero Paese. Li porgo a tutte le autorità e anche al presidente della Regione Calabria: caro Nino, ho voluto abbracciarti, prima, perché dopo migliaia di ore dietro uno schermo finalmente ci siamo incontrati di persona» ha esordito il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro. E ha ricordato in cosa consista il suo ruolo di rappresentante: «accompagnare» i sindaci in occasioni liete, ma anche quando ci sia solo da tentare d’incollare «macerie fisiche o sociali, da tenere insieme le comunità».
Ma stavolta, ha specificato Decaro, «vengo davvero con piacere perché Giuseppe in questi anni aveva gli occhi che ha questa sera: gli occhi di un sindaco determinato, coraggioso, con grandi capacità, che voleva inaugurare il suo Lungomare… quante volte ne abbiamo parlato coi sindaci di Rimini o di Senigallia, che ci prendevano in giro chiamandoci “i sindaci della Bassa Italia”? Stavamo organizzato persino un convegno per parlare dei waterfront col sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, poi purtroppo è arrivato il Covid e abbiamo deciso di spostarlo nei prossimi mesi».
Rispetto poi a Falcomatà, ha ribadito Decaro che il primo cittadino di Reggio Calabria «ha dimostrato che un sindaco, se viene messo nelle condizioni di poter lavorare, è capace d’affrontare le sfide e di vincerle. Certo, questo waterfront non l’ha fatto da solo: si sono alternate diverse Amministrazioni. Ma anch’io pochi mesi fa ho inaugurato il waterfront di Bari, e anch’io l’avevo “ereditato” dal mio predecessore… beh, devo dirlo per forza, perché è presente, e se non lo dico mi mena», ridacchiava guardando Michele Emiliano.
Poi il sindaco barese ha fatto presente che in queste settimane si parla intensamente dei tanti che non vogliono proprio saperne di candidarsi a sindaco, anche nelle grandi città, per i tanti rischi che ci sono. Di beccarsi un avviso di garanzia, per esempio: «Per un’alluvione, perché c’è l’inquinamento atmosferico, per i disordini in una piazza… E quando firmi un atto hai paura di commettere un abuso d’ufficio se lo firmi, o un’omissione d’atti d’ufficio se non lo firmi… Però a quelli che non vogliono candidarsi, io vorrei dire: venite a Reggio Calabria, a vedere quel che ha saputo fare un sindaco». E rivolgendosi a Falcomatà: «Come hai custodito le ansie dei cittadini durante il Covid, ora stai custodendo i loro sogni, la loro voglia di ripresa: è questo che fa un sindaco».
C’è stato spazio anche per l’aneddoto della visita da Papa Francesco.
Una volta letto il discorso come presidente dell’Anci, è stato il Pontefice a rompere il ghiaccio, chiedendo di poter conoscere ciascuno dei circa 300 sindaci presenti. «A un tratto ce n’erano tre di fila: il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, quello di Bergamo Giorgio Gori e poi Giuseppe per Reggio Calabria. Arrivato il turno di Falcomatà, il Papa s’è avvicinato e m’ha detto: ‘Sicuri che questi fanno solo i sindaci? A me sembrano pronti a fare una sfilata di moda…’ Battute a parte, credo che Giuseppe abbia dimostrato che esiste un altro Sud e io con orgoglio sono venuto a salutarlo a nome di tutti i sindaci d’Italia».
A chiudere la serata inaugurale è stato invece un ex sindaco di Bari, l’oggi Governatore pugliese Michele Emiliano.
«Gli schieramenti? Ma lasciateli perdere… pensate alla grandezza della Calabria e pensate che, a noi, non ci verrà mai a salvare nessuno, o ci salviamo da soli o non ci sarà mai niente da fare. Quanto alle Istituzioni, poi, so che danno una mano a tutti; non sono perfette, talvolta non riescono a sostituire le nostre incertezze e difficoltà. Però, alla fine ti consentono di realizzare cose grandi. E a proposito: con tutto il rispetto per i tuoi predecessori, la cosa difficile non è tanto iniziarla, un’opera, ma è portarla a termine». Riferimento poi alla Cobar, «la stessa azienda che ha ricostruito il Teatro “Petruzzelli”».
Non manca il riferimento all’emozione del primo cittadino reggino: «Io – gli dice Emiliano – ho capito anche la tua emozione, e ho capito pure che tu hai solo sfiorato l’argomento e tu lo voglia tenere per te. Credo tu abbia ereditato anche questo da tuo padre, che era capace di trasmettere emozioni forti senza quell’istrionismo che talvolta limita il nostro, chiamiamolo così, talento». Quanto all’asse tra Reggio Calabria e Bari, Emiliano lo dà per ormai granitico: «Ogni volta che vi capiterà qualcosa di buono, noi gioiremo con voi e ogni volta che avrete bisogno di noi, noi ci saremo. E lo faremo in automatico, sapendo bene che quando noi avremo bisogno di voi, voi ci sarete».
L’ultimo istante è per il regalo al padrone di casa: l’immancabile “manna di San Nicola”, Santo taumaturgo «che tu, Giuseppe, sai essere cattolico e ortodosso, ma va bene anche per gli atei. E poi ha unito russi e americani, perché è anche Babbo Natale».