Clima sempre più incandescente e scontri che si trasformano in urla, botta e risposta a squarciagola, tensioni, attriti politici e personali. Nell’aula consiliare di Palazzo Zanca ormai da qualche mese ogni questione da affrontare tiene inchiodati i consiglieri per ore ed ore. Quasi sempre senza riuscire a chiudere il cerchio. Stavolta però non c’era nessuna delibera da discutere e nessun provvedimento da contestare. Oggetto del contendere: le poltrone. O forse, in questo caso, sarebbe meglio dire gli scranni. E così, una seduta di commissione che doveva servire soprattutto per azzerare un ufficio di presidenza e nominarne uno nuovo dopo le dimissioni dall’incarico di presidente del consigliere Pierluigi Parisi, si è trasformata in una grande bagarre che alla fine ha lasciato la questione insoluta. Protagonista assoluta di un dibattito infuocatissimo la consigliera accorintiana Ivana Risitano, finita al centro di un fuoco trasversale da parte dei colleghi d’aula perché ancorata al suo ruolo di vicepresidente della X commissione consiliare che si occupa di beni comuni e patrimonio.
Il fatto è presto detto: pochi giorni fa Parisi aveva annunciato la decisione di rimettere il suo incarico da vice per una serie di motivi legati all’impossibilità di incidere concretamente nel suo settore di azione, lo stesso aveva fatto subito dopo la vicepresidente Giovanna Crifò, lasciando in pratica alla Risitiano l’intero ufficio di presidenza. Tutti si aspettavano però che anche lei facesse un passo indietro, in modo da lasciare alla commissione la libertà e la possibilità di rinnovare per intero la presidenza della X commissione. Un’aspettativa che si è immediatamente rivelata sbagliata.
Ivana Risitiano ha rispedito al mittente tutte le richieste avanzate dai colleghi. “Mi dimetto solo se decidiamo di mettere in discussione le presidenze di commissioni” ha detto più volte all’aula, mentre i consiglieri per ore hanno continuato a chiedere un passo indietro da parte sua. Alla fine Elvira Amata si è appellata anche al regolamento comunale, che prevede la revoca di incarichi di questo tipo nel momento in cui cade la fiducia da parte dell’aula e aveva chiesto alla commissione di decidere con una votazione la permanenza o meno di Ivana Risitano nella presidenza della X commissione. La consigliera però non ha consentito che si arrivasse a votazione. Ha sospeso la seduta, ha chiesto chiarimenti al segretario generale Le Donne e alla presidente Barrile, ha continuato a difendere la sua linea di principio, non ha voluto rinunciare per nessun motivo a quella vicepresidenza di fatto per non darla vinta ai colleghi. E’ infatti chiarissimo che alla base del teatrino andato in scenda anche ieri c’è lo scontro ormai continuo tra le due consigliere accorintiane e il resto dell’aula. Un braccio di ferro che alla fine non ha portato a niente. Ivana Risitano è rimasta sulla poltrona dell’ufficio di presidenza della X Commissione praticamente da sola, senza che nessuno la voglia e in un clima da guerriglia. I consiglieri comunali vogliono nominare un nuovo ufficio di presidenza per far ripartire i lavori della commissione che così è paralizzata e hanno chiaramente tolto qualsiasi tipo di fiducia politica a Ivana Risitano. La consigliera, dal canto suo, rimane convinta che dietro tutto ci siano solo motivazioni politiche e personali e non una sfiducia legata all’attiva svolta in commissione, quindi resterà incollata alla sua poltrona. Ma quella di ieri è stata solo la prima puntata perché lo stesso potrebbe accadere già il prossimo mercoledì nella VI commissione di Donatella Sindoni.
Francesca Stornante