A 17 anni l’esordio in serie B con l’Entella Chiavari, l’anno scorso 13 gol nella primavera dell’Inter, quest’anno la cessione alla Roma per 4 milioni e mezzo. A Milano sponda nerazzurra c’è già chi si mangia le mani per aver perso un piccolo talento, Nicolò Zaniolo, che nella capitale ha invece esordito in serie A, finora ha realizzato 3 reti in 14 partite di campionato e, martedì scorso, ha siglato le due reti che hanno consentito alla Roma di vincere l’andata degli ottavi di coppa dei campioni contro il Porto.
Gioca da trequartista o da mezz’ala o da ala, ma non è un attaccante puro, come invece lo era il padre Igor, volto conosciuto a Messina perché ha vestito la maglia giallorossa nel 2003-2004, la splendida stagione della promozione in serie A. Ma Igor Zaniolo è ricordato a Messina più per i gol sbagliati che per quelli realizzati. Uno in particolare, ma non l’unico, nella trasferta di Ascoli, alla terz’ultima giornata, dove il Messina perse 2-1 e Zaniolo riuscì a sbagliare un gol fatto, mandando alta la palla a porta vuota e vicino alla linea di rete. Un errore clamoroso ma ininfluente perché alla gara successiva il Messina battè il Como 3-0 e fu matematicamente promosso.
Per Bortolo Mutti, però, era un punto fisso, tanto che disputò 39 gare ma mise a segno solo 6 reti, poche per un attaccante. Storia di tutta la sua carriera, una buona spalla per un’altra punta ma poco prolifico. Tre anni in serie C1 agli esordi, dai 19 ai 22 anni, con 3 reti in 37 presenze tra Alessandria e Crevalcore, poi 16 gol in 48 partite in serie D tra Aosta e Sanremese, e quattro anni a La Spezia in serie C, con 35 gol in 104 gare. L’esordio in B a 28 anni, nel 2001-2002, a Cosenza, nella sua migliore stagione realizzativa, 13 gol in 27 partite, poi la Ternana (solo 2 gol in 28 partite) e il Messina. Non fu confermato in A, dove non ha mai giocato, ma restò in B alla Salernitana (5 gol in 26 partite), poi in C1 al Genoa (2 gol in 13 partite) e il ritorno nelle categorie inferiori, dove ha segnato ancora 54 reti in 157 partite in 7 stagioni, fino all’età di 40 anni. Nel 2013 il ritiro, mentre suo figlio Nicolò giocava nelle giovanili della Fiorentina.
La promozione in A col Messina fu, dunque, il punto più alto della sua carriera. Realizzò solo 6 dei 71 gol fatti dalla squadra ma contribuì a quelli dei compagni: 19 Arturo Di Napoli, 14 Alessandro Parisi (di cui 7 su rigore), 8 Sasà Sullo e 5 Roberto Sosa.
Il suo primo gol, in quella stagione, alla nona giornata, Messina – Piacenza 2-0, poi raddoppiò Rezaei. Seconda rete alla dodicesima giornata, Messina – Pescara 2-2: abruzzesi avanti con l’ex Calaiò, poi la rete di Zaniolo, il raddoppio di Di Napoli e il pari definitivo di Giampaolo. Terzo gol la settimana successiva, a Bari: Messina in svantaggio per la rete di Cordova, che arriverà in giallorosso qualche anno dopo, al 60’ Mutti ne sostituisce tre contemporaneamente (dentro Sullo, Gentile e Guzman, fuori Parisi, Coppola e Princivalli) e cambia la partita, con tre reti di Di Napoli, Zaniolo e Gentile. Quarta rete all’ultima giornata del girone d’andata: Zaniolo sigla il vantaggio interno contro il Torino, poi pareggia Rubino e finisce 1-1.
Dopo le quattro reti nel girone d’andata, solo due in quello di ritorno: subito alla prima giornata, a Trieste, il pareggio per l’1-1 finale, dopo la rete di Mantovani, e poi all’ultima, col Messina già promosso vincente a Torino, su rigore, lo 0-2 dopo un altro rigore di Guzman. De Ascentis aveva realizzato l’1-2, Giampà l’1-3 finale, prima della festa. Messina promosso in serie A, l’anno dopo arrivò lo splendido settimo posto, altri due anni meno belli in massima serie, l’anno di serie B chiuso al 13esimo posto prima del baratro. 4 anni di serie C e 7 di serie D, adesso per giunta al terz’ultimo posto. Obiettivo salvezza per ripartire con una nuova società, semmai dovesse arrivare qualcuno con serie intenzioni. Viceversa meglio chiudere e vivere di ricordi piuttosto che di figuracce.
(Marco Ipsale)