Tavolo tecnico oggi a Palermo per esaminare il progetto dell'Ente Porto di Messina da un milione di euro, che prevede un massiccio intervento di analisi e bonifica della zona Falcata, in particolare dell'area della ex Stazione di degassifica. Demolizione di impianti industriali, manufatti, smantellamento di muri ed opere connesse, vasche interrate e scoperte, smontaggio di un capannone precario, eliminazione di tubazioni, pozzetti e condotte, oltre all’investigazione analitica per individuare eventuali inquinanti residui: questi i dati che emergono dal preliminare, elaborato dall'arch. Antonino Garufi su incarico del commissario straordinario dell'Ente, Rosario Madaudo. Alla riunione nel Dipartimento rifiuti e acque dell’Assessorato Ambiente hanno partecipato il direttore Vincenzo Emanuele, il direttore Dipartimento attività produttive Marco Romano e la responsabile della segreteria tecnica della Presidenza della Regione Cleo Licalzi, i quali hanno confermato i finanziamenti e autorizzato a procedere con un bando di gara ad evidenza pubblica.
L’Ente Porto così, dopo la “stagione” del conflitto di competenze e delle polemiche con l’Autorità Portuale, prova finalmente a dare un’accelerata operativa alla propria attività. «Una delle zone più pregiate ma anche più abbandonate della Real Cittadella – ha dichiarato Madaudo – sarà bonificata grazie a risorse intercettate nei fondi europei, che consentiranno di ripulirla da presenze ingombranti e degradanti, che fin qui l'hanno deturpata, devastando la storia di Messina e recando danno anche al patrimonio archeologico e monumentale in parte sopravvissuto». L'area d'intervento comprende una superficie complessiva di circa 16.000 mq, che corrisponde alla vecchia Stazione di degassifica, sulla quale sin dal 1972 hanno operato i cantieri navali della SMEB. Tra il 2005 e il 2010 sono stati fatti una serie di interventi fra cui quello di MISE e uno di investigazione analitica, con relativa demolizione dei primi due serbatoi nell'area ex Enel. «Ad oggi, l’unica parte non ancora interessata da interventi di analisi e bonifica – ha sottolineato Garufi – è proprio la Stazione, per cui si rende necessario e opportuno intervenire, al fine di conoscere qualità di terreni e acque sottostanti e verificare l’eventuale presenza di fattori inquinanti». Inquinamento dovuto alla degassificazione, che consentiva alle navi petrolifere la discarica di acque prodotte dal lavaggio delle cisterne di bordo, di zavorra depositate nei doppi fondi o nelle cisterne e di sentina, quindi il recupero di prodotti petroliferi, altrimenti destinati a mare, immettendoli dopo un opportuno trattamento sul mercato nazionale ed estero.
Il progetto preliminare di bonifica prevede la rimozione di strutture e materiali ferrosi interni ed esterni, muri, vasche, un capannone e condotte sottorranee; l'eliminazione di numerosi serbatoi attualmente vuoti, con una capacità complessiva di circa 23.500 mc e certificati dal MISE come “gas free”; infine le indagini ambientali, con almeno 15 punti d'esame di profondità variabile fra i 5 e 15 ml, al fine di analizzare le caratteristiche geo-idrogeologiche, la distribuzione della contaminazione rispetto alla normativa vigente e l’estensione di possibili forme inquinanti. «Dopo decenni di declino e soprattutto a seguito della recente sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa, che ha riconosciuto in modo definitivo la titolarità nell’area falcata, rinasce l’Ente porto con questo progetto epocale che cambierà molto presto il volto della zona Falcata, dati i rapidi tempi di esecuzione, al massimo un anno, con inizio lavori probabilmente già alla fine del 2011 – conclude il comunicato dell’Ente Porto -. Dopo lo stato di abbandono e ripetuti proclami di rilancio, dotte analisi di prospettiva, dibattiti e polemiche, finalmente un'azione concreta e veloce». (Emanuele Rigano)