MESSINA – Via l’ex inceneritore, via l’ex campo rom, vie i resti degli ex cantieri Smeb. Dopo anni di immobilismo, finalmente qualcosa si è mosso nella zona falcata, ma sono solo piccolissimi passi rispetto a quanto c’è da fare. Soprattutto se si pensa che tre anni fa fu firmato quel “patto per la falce” che avrebbe dovuto far invertire la rotta e invece, finora, ha prodotto troppo poco e in tempi lunghi.
La prima operazione necessaria per pensare al futuro della zona falcata è la sua bonifica. L’Università ha fornito all’Autorità Portuale un primo esito intermedio delle analisi sui terreni, ora è necessario un progetto, che servirà anche a quantificare la spesa, mentre gli studi proseguiranno.
Nel frattempo, però, l’obiettivo è quello di abbattere i manufatti abusivi lungo tutta l’area compresa tra la Real Cittadella e l’ex stazione di degassifica, dove, tra le altre cose, si registrano occupazioni abusive da parte di famiglie che vivono in condizioni di degrado, mentre l’area è frequentata anche dai pescatori, nonostante i pericoli dietro l’angolo per la presenza di strutture pericolanti.
L’Autorità Portuale metterà i soldi ed è pronta ad avviare le demolizioni ma aspettava il placet della Soprintendenza visto che ci sono diversi beni vincolati. Finalmente l’intesa è stata raggiunta ieri nel corso di due incontri, uno mattutino e uno pomeridiano, al quale hanno preso parte il soprintendente Orazio Micali, l’assessore Dafne Musolino e i vertici di Autorità Portuale e Capitaneria di Porto.
I tecnici degli enti interessati individueranno i manufatti da abbattere, tenuto conto delle prescrizioni della Soprintendenza. Poi ci sarà un’azione congiunta per liberare le aree tramite le demolizioni.