Il primo annuncio risale al 30 giugno 2022 ma, per vederlo concretizzato, abbiamo dovuto attendere due anni. Ora ci sono 20 milioni per la bonifica della Zona Falcata, primo passo necessario prima della riqualificazione.
Si parte dal progetto di rimozione delle fonti di inquinamento primario, che è stato consegnato un anno fa e prevede un costo di 21 milioni 330mila 855 euro. L’Autorità Portuale aveva chiesto i fondi necessari e di essere indicata come soggetto attuatore, richieste entrambe accolte ma dopo una lunga attesa.
Insomma un anno perso, l’ultimo di una lunga serie, anche se ora finalmente si riparte da fatti concreti: progetto e soldi.
Ora occorrerà aggiornare i prezzi, approvare il progetto e bandire la gara. Poi l’aggiudicazione, la consegna e, finalmente, i lavori. Alla fine, si dovranno rifare le analisi in alcuni punti che saranno indicati da Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) e si dovrà aggiornare l’analisi di rischio.
Strascichi di decenni in cui l’area è stata utilizzata per varie attività industriali, come depositi di carburanti, manifatturiere e persino un inceneritore di rifiuti. Opere che andavano realizzate altrove, non in una delle zone più preziose della città.
Dal progetto di bonifica si evidenzia una contaminazione estesa sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista della natura chimica dei contaminanti, confermando le risultanze degli studi preliminari condotti dall’Università di Messina e che hanno portato alla redazione del Piano di Caratterizzazione e alla campagna di indagine. E’ accertato quindi che l’area oggetto di indagine è un “sito potenzialmente contaminato”, secondo la definizione dell’articolo 240, comma d del Decreto Legislativo 152/2006.
Nel frattempo è stata affidata allo studio Alfonso Femia la gara di progettazione per “Falcata Revival”, un parco urbano con edifici e fabbricati a servizio della comunità portuale e adeguamento della viabilità esistente per favorire il collegamento col resto della città. Una volta completata la bonifica, è questo il progetto su cui punta l’Autorità Portuale per restituire l’area ai messinesi.