"Non vogliamo essere un’avanguardia, serve la partecipazione di tutti”. Il messaggio del Teatro Pinelli è chiaro: le azioni che vengono fatte per far rinascere gli spazi della città nell’ottica dei beni comuni non ammettono delega. Ancora una volta gli attivisti si sono appellati all’intera città, al suo impegno e al suo risveglio, nel corso della conferenza stampa indetta “a sorpresa” poco dopo l’occupazione del Palacultura Antonello. Seconda ZTL- Zona Temporaneamente liberata, dopo quella al Vittorio Emanuele di domenica sera e lunedì, effettuata appena dopo lo sgombero dell’ex casa del Portuale avvenuto nel corso della mattina del 19 Gennaio.
Il Palacultura è stato scelto per sottolineare l’uso dimezzato che viene fatto dei locali dell’edificio, fin dal momento della sua apertura. Una denuncia questa più volte reiterata da varie anime della città. contro gli uffici che “occupano” impropriamente interi piani del palazzo della cultura e contro l’uso limitato e limitante – poiché vincolato alla possibilità di pagare profumati affitti – del teatro e dell’auditorium si è più volte scagliato il Sindaco Renato Accorinti,quando ancora non era primo cittadino, per fare solo un esempio. Gli stessi membri del Pinelli, circa un anno fa ormai, furono promotori di una serie di letture nello spiazzo esterno del Palacultura, nello stesso momento in cui dentro si svolgeva un comizio: il messaggio era chiaro, “il palazzo della cultura viene usato per altro, mentre la cultura viene lasciata per strada”.
“In questo luogo si verifica un’impropria privatizzazione dello spazio – ha spiegato l’attivista Giulia Giordano – Volgiamo istituire uno statuto vero di questo spazio, al momento vige un regolamento redatto al tempo della giunta Buzzanca che impone il prezzo per usufruire di questo spazio a 800 euro, un prezzo oltremodo proibitivo”.
Non sono, dunque, solo i luoghi abbandonati a dover essere riscoperti e le aree periferiche a dover essere riqualificate, anche le zone centrali vanno “liberate” da immobilismo e vecchi cliché. Per i membri del Pinelli, infatti, tutta la città deve partecipare al suo rinnovamento, indipendentemente dalle varie zone, anzi mischiandole senza più distinzione. “Volgiamo sovvertire il piano Borzì”, dichiarano gli attivisti in una metafora significativa per dire che l’intera geo-politica della città deve cambiare. “Per questo ci stiamo dedicando a questa sorta di turismo urbano, anche in pieno centro. È importante che tutta la città si impegni per cambiare, non possiamo delegare a un’avanguardia o alla stessa Giunta – spiegano – visto che gli spazi ci sono dobbiamo farli funzionare. La maggior parte di noi sono stati costretti ad andare fuori per cercare di sopravvivere, ora vogliamo far diventare Messina una città degna di questo nome. Con queste azioni noi speriamo di dare una scossa e poi speriamo che la città raccoglie il nostro imput”.
E a proposito di liberare gli spazi e mescolare categorie e “classi” sociali, i membri del Pinelli raccontano come alcune persone appartenenti alle famiglie in emergenza abitativa, durante la serata di spettacoli di lunedì, si siano avvicinati a loro commossi perché: “non erano mai entrati al Vittorio Emanuele”.
Retroterra culturale in cui mette le radici l’intera esperienza del Teatro Pinelli è la Costituente del Beni Comuni. Per questo, grande interesse suscita la delibera di Giunta volta a istituire un “Laboratorio per i Beni Comuni”. il documento, che dovrebbe essere approvato a breve, è stato discusso nel corso di un’assemblea cittadina, in cui sono state messe in evidenza delle criticità e sollevato qualche dubbio, soprattutto su quella che è stata definita “una struttura troppo verticistica” della delibera stessa.
Nel corso del dibattito è intervenuto, grazie ad un collegamento, il giurista Ugo Mattei. “Quella dell’amministrazione di intraprendere la strada dei beni comuni è una scelta coraggiosa – ha dichiarato Mattei – dal momento che i beni comuni implicano una certa autonomia, basandosi su delle collettività che riescono ad aut organizzarsi”. E sull’avvenimento dello sgombero il giurista commenta: “Accorinti deve essere più forte rispetto ad una Prefettura che interpreta il suo ruolo in modo napoleonico. Un sindaco deve esplicitamente dire che nel suo territorio non devono succedere certe cose”.
Dopo l’assemblea il palco dell’auditorium del Palacultura è stato utilizzato per spettacoli teatrali e concerti. Questo solo per una notte. Già dalla mattina, infatti, gli attivisti hanno sottolineato che l’azione avrebbe coperto l’arco temporale di un giorno. Del resto i luoghi abbandonati o da valorizzare a Messina non mancano. Gli stessi membri del Pinelli ammettono di avere “una lista dalla A alla Z di azioni da compiere”. Nel corso della giornata, che è scivolata via tranquillamente, sono state organizzate anche visite guidate alla Galleria d’arte al primo piano del palazzo – dove, tra l’altro, viene conservato uno schizzo di Mirò. Assenti, questa volta i membri della Giunta, mentre il giurista Ugo Mattei, nel prendere congedo dall’assemblea ha dichiarato rivolto ai membri del Pinelli: “Quello che state facendo è un grande contributo per la civiltà nazionale”. (Eleonora Corace)