MESSINA – L’allenatore dell’Acr Messina ha commentato la vittoria della sua squadra contro il Marina di Ragusa: un accenno sentito alla situazione pandemica che ha colpito tutti specie gli avversari e anche il mister nel personale. Novelli non ha poi dimenticato i tifosi che in questa difficile stagione hanno sempre sostenuto la squadra.
«La squadra è partita bene, abbiamo fatto i primi 30 minuti di qualità, intensi, corti, di idee di gioco. Non mi sono piaciuti gli ultimi 15 minuti del primo tempo, ci siamo allungati e abbiamo concesso qualcosa e stavamo dando morale ad una squadra che ha avuto delle vicissitudini e mi dispiace tantissimo. Su Lavrendi sarà valutato se ha avuto un infortunio a fine primo tempo, l’unica cosa che possiamo fare al momento è dedicargli questa vittoria».
«Restano ancora 97-98 minuti da giocare. L’esperienza accumulata negli anni mi ha fatto capire che c’erano anche altre buone squadre organizzate. Avremo una partita difficile col Sant’Agata e come è successo in passato quando le altre incontrano l’Acr hanno qualcosa in più. Sono una squadra di qualità, hanno un allenatore molto bravo Giampà che conosco bene perché l’ho allenato, sotto l’aspetto umano ma anche come allenatore ha idee e fa giocare bene la squadra. So che ha raggiunto la salvezza matematica oggi e sono felice per lui perché è un ragazzo molto serio».
«Si è parlato tanto di calcio ma credo si debba parlare più della salute e della vita umana. In questa pandemia tante milioni di persone hanno perso la vita, a volte facciamo degli eccessi pensando allo sport penso sia più importante la salute. Onore a questa squadra che nonostante le difficoltà è scesa in campo, l’unica cosa che conta è che i positivi possano recuperare e non avere conseguenza. È stata una settimana particolare per me, perché ho perso mio zio. Per me è stato come un padre».
«Ieri sono venuti i tifosi al campo, con grande dignità, gioia e passione. Hanno incitato la squadra e lo stanno facendo dal primo giorno. Abbiamo dato ai tifosi tanti piccoli abbracci con le nostre vittorie, adesso sappiamo che ci vuole l’abbraccio definitivo quello forte. Sabato lo dobbiamo costruire con maturità, pazienza e intelligenza. Io non sono stanco perché amo il mio lavoro e ho piacere di farlo. Lo scorso anno per mia scelta, non avevo un progetto in cui credevo, sono stato fermo e quindi forse ora ho più forza perché mi mancavano il rettangolo di gioco e una piazza come questa».
«Campionato equilibrato fino all’ultima giornata, le misure del campo sono sempre le stesse e come si può vedere anche agli europei le squadre sono ormai organizzate non servono più i nomi ma la differenza deriva dalla fame che uno ha dentro, a decidere le partita ormai sono i collettivi. Io ho un gruppo di bravi ragazzi seri, io devo esporre il mio progetto tecnico e umano. Qui ho trovato una squadra disponibile in cui ognuno equivale un altro, ho il piacere di allenarli e lo staff tecnico si arricchisce».