La chiamano “Brandina” perché è sempre la più piccola e ha esordito in questa stagione in Serie A2: “Ho scoperto Akademia guardando la finale playoff dello scorso anno"
MESSINA – Valentina Brandi, classe 2004, è una pallavolista della Desi Shipping Akademia Messina giunta in riva allo Stretto in questa stagione. Proprio con la maglia di Akademia Sant’Anna ha fatto il suo esordio in serie A2 femminile e ai nostri microfoni ha risposto ad alcune domande a 360° gradi che hanno riguardato il campo di pallavolo, il rapporto con la città di Messina e i suoi programmi futuri.
“Brandina”, così viene chiamata perché è sempre la più piccola, ha iniziato a giocare a pallavolo a 6 anni seguendo l’esempio delle sorelle più grandi e della madre, pallavolista anche lei. Ha ottenuto già importanti risultati a livello giovanile e ha deciso di giocare a Messina dopo aver guardato da casa la finale playoff dello scorso anno. “Mi ha colpito il coinvolgimento del pubblico”, ci ha raccontato, spiegandoci poi come si sia sentita subito accolta una volta arrivata nella città peloritana. “Sognare non fa mai male, ho appena iniziato il mio percorso in serie A – ci dice Brandi guardando all’avvenire – non so cosa mi riserva il futuro, ma spero di togliermi qualche soddisfazione”.
Cosa le piace del ruolo del palleggiatore?
“Il palleggiatore mi piace pensare sia il cervello della squadra e mi piace avere il potere decisionale di comandare il gioco. Mi ispiro alla Wolosz che credo sia il miglior palleggio femminile che ci sia in questo momento al mondo”.
Qual è invece il suo ruolo all’interno dello spogliatoio? Siete in tre a chiamarvi Valentina (Brandi, Martilotti, Mearini), immagino userete dei soprannomi.
“Sicuramente sono la più coccolata, ma sono anche simpatica. Mi chiamano o Bra o Brandina, è un soprannome che mi porto dietro da sempre. Credo fosse destino anche perché in passato ho giocato sempre con le mie sorelle ed era un modo per distinguerci. Qui in Akademia mi vedono come la più piccolina e lo sono, Greta (Catania, ndr) è più grande di me di due mesi”.
Ha qualche ricordo particolarmente emozionante legato ad un campo di pallavolo?
“Sicuramente l’esordio in A2 sarà una cosa che porterò sempre con me e anche il primo punto a Perugia. Ho davvero tanti ricordi del settore giovanile, già dall’under 14 con il Volleyrò Casal de’ Pazzi quando abbiamo vinto lo scudetto nel 2018. L’anno dopo abbiamo fatto la finale del Trofeo delle Regioni. Lo scorso anno vestivo la maglia della Igor Novara e siamo arrivati al quarto posto delle finali nazionali. Ho avuto un percorso ricco e molto bello”.
C’è un aneddoto che può raccontarci? Qualche rito scaramantico da spogliatoio?
“Ci devo pensare […] allora, io e Barbara (Varaldo, ndr) siamo i capitani della panchina e ogni volta che qualcuno fa una bellissima murata durante la partita ci diamo un colpo di petto che puntualmente mi fa volare via”.
Qual è stato il primo impatto con la città di Messina?
“Milano e Messina sono due città diverse, mi sono trasferita a Roma quando avevo 13 anni e quindi ho anche il paragone con la Capitale. A Messina mi trovo molto bene, la trovo una bella città e ho un buon rapporto coi miei compagni di classe. Sto frequentando qui l’ultimo anno del Liceo delle Scienze Umane, quest’anno ho la maturità. Non riscontro particolari aspetti negativi, qui trovo molta disponibilità da parte di tutti e mi sono sentita subito accolta”.
Riguardo alla famiglia Akademia e il pubblico che vi sostiene?
“Sicuramente siamo una bella squadra e a giocare in casa si prova una bella sensazione. Si sente proprio il calore del pubblico della città, non sono tanto abituata a questo. Nelle città del nord, dove magari ci sono più squadre, non si raggruppa tutto il pubblico a vedere una singola partita. Ho scoperto l’Akademia Sant’Anna l’anno scorso guardando per caso la finale playoff da casa mia e avevo notato sin da subito il gran numero di pubblico e coinvolgimento”.