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Arpioni e “cardate”: iniziata la stagione di pesca del pesce spada nello stretto di Messina VIDEO

Servizio di Matteo Arrigo

MESSINA. Il primo giugno è ripartita ufficialmente la stagione della pesca del pesce spada nello Stretto di Messina. In Capitaneria di porto, alla presenza dei capitani delle feluche e dell’autorità portuale, sono state sorteggiate le “poste”, gli spazi di mare assegnati, dentro le quali le imbarcazioni si alterneranno giornalmente per la pesca. Le imbarcazioni si muovono in cerchio per tutta la giornata, dall’alba al tramonto, dentro appunta la propria “posta”, regolandosi con riferimenti di terra, quali ad esempio la chiesa di Grotte. Siamo stati sulla feluca “Victor” insieme al biologo marino Nicola Filocamo, il quale ci ha raccontato segreti e risvolti di questa particolare pesca che da secoli si pratica nel mare dello stretto.

Arpioni e cardate

La pesca, per le sue caratteristiche, può essere definita quasi una “caccia”, visto che il pesce viene cercato ed inseguito, per essere poi catturato con un arpione. Avvistato da un uomo posto in cima all’antenna, viene colpito dall’arpionatore posto all’estremità della lunga passerella. La tecnica di pesca è la stessa da secoli, tramandata da generazione in generazione. Alla fine della lotta tra il pesce spada e il pescatore, la preda viene issata sul peschereccio, la battaglia è conclusa, il pescatore incide con le proprie dita una serie di strisce su un lato della guancia del pesce, chiamata appunto “a cardata”. Un rito tipico e unico dei pescatori dello Stretto. Un rispettoso riconoscimento dell’uomo al pesce che ha combattuto con onore.