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Atam, finisce l’era Perrelli: il peggio è passato remoto – VIDEO

Dopodomani, giovedì 9 settembre, sarà tempo di Consiglio d’amministrazione, con la Città metropolitana di Reggio Calabria chiamata a nominare due membri del Cda e il Comune reggino il componente residuo. E chissà, forse nel board rappresentativo della nuova compagine azionaria Franco Perrelli ci sarà anche.

da sx: Ken Curatola e Francesco Perrelli

Intanto, Perrelli – in conferenza stampa al Bus terminal di piazzale Botteghelle – traccia un bilancio di fine mandato da amministratore unico dell’Atam, l’Azienda per il trasporto nell’area metropolitana.

E sicuramente ci sono tante cose che si possono ancora fare, ad esempio per persuadere il reggino medio a utilizzare maggiormente il mezzo pubblico, in un contesto che vede tuttora preponderante l’utilizzo del mezzo privato per gli spostamenti. Ma di certo, i tempi peggiori, le ansie per il possibile fallimento sono passato remoto: fondamentale è consolidare le precondizioni che lo mantengano uno scenario trascorso e lontano.

Il vento è cambiato

Questa mattina la conferenza stampa di commiato di Francesco Perrelli (al suo fianco, il responsabile Comunicazione e marketing dell’Atam Ken Curatola). Che è stata un’occasione per mettere in luce intanto quanto siano oggi lontani i tempi dell’istanza di fallimento da parte della Procura, sì; tempi in cui pagare il personale era un’impresa, ma lo era pure effettuare gli interventi manutentivi e persino pagare l’assicurazione dei mezzi.

Oggi, molte cose sono cambiate. Tra queste, l’informatizzazione del servizio, l’efficiente “app” Atam che consente di sapere dove si trovino i bus in qualsiasi momento come pure di pagare il biglietto elettronicamente. Ma anche la qualità del personale; l’affidabilità e puntualità del servizio; gli eventi speciali solidali, nei quali l’Atam è sempre in prima fila.
Il concetto di fondo è che «il cittadino-utente dev’essere sempre l’obiettivo principale».

Spauracchio-debito

Il debito complessivo rimane uno spauracchio. Certo è lontanissimo il periodo in cui, nel 2012, sforava i 32 milioni di euro: adesso siamo a circa 18 milioni di disavanzo, più o meno per la metà – spiega Perrelli – costituito da debiti pregressi. E certo la pandemia ha dato il morso suo.

Ma in generale il quadro economico non può non destare qualche ansia, già solo per la prosecuzione del Piano di risanamento dell’azienda.

E a fronte di un rispettabilissimo fatturato annuo da circa 16 milioni di euro, presto l’Atam avrà bisogno d’attivare linee di credito importanti. Ultimamente, invece, s’è riusciti ad andare avanti anche grazie a un milione e 200mila euro circa d’anticipazioni ottenute da Banca Etica. Del resto, i soli consumi di carburante implicano un esborso annuo di circa un milione di euro.

Ed è chiaro che, se oggi il parco-mezzi è tra i più “giovani” d’Italia, bisognerà continuare a investire per restare a questi livelli.
Ma serviranno compartecipazioni onerose. «Nel 2022, sono attesi 22 milioni e mezzo di euro da parte della Regione proprio per l’acquisizione di ulteriori mezzi – argomenta l’amministratore unico uscente -. Ma quest’erogazione necessiterà di una compartecipazione del 10% da parte di Atam che, in atto, questi due milioni e mezzo faticherebbe non poco a reperirli».

Personale ok

Le attuali 293 unità ci dicono che il personale “è a posto così”, mentre urge munirsi di un direttore generale: «L’Atam è forse l’unica azienda di trasporto pubblico locale d’Italia a esserne priva», spiega Franco Perrelli.

Intanto passi avanti sono stati effettuati nel customer care e nell’attenzione dei conducenti, praticamente privi di contestazioni. E d’altra parte, l’attenzione per il sociale e per le periferie ha avuto come ricaduta positiva la quasi completa assenza d’episodi vandalici ai danni dei mezzi Atam. In molti casi, peraltro, ormai i singoli bus non hanno solo un numero identificativo, ma anche un nome (dal bergamotto alla Madonna della Consolazione passando per la Viola basket) scelto dall’utenza grazie alla campagna Chiamami per nome. Da Twitter a Telegram, i social media vedono l’azienda più che al passo coi tempi.

E a proposito della Madonna della Consolazione, svela Perrelli che ogni anno un bus speciale ha raccolto alle 4,30 del mattino i portatori della Vara alla sede dell’associazione per lasciarli davanti alla Basilica dell’Eremo; e «quest’anno, ci sarà anche qualcosina in più», che per il momento resta un piccolo segreto.

Riempimento-mezzi da migliorare

Sul fronte del servizio, due sono le criticità più serie. Da un lato, c’è da attivare con la massima tempestività il nuovo deposito di Mortara di Pellaro, perché quello del Foro Boario non è adeguato a un’azienda di trasporto moderna e non consente l’implementazione delle attività manutentive. D’altro canto, bisogna sicuramente migliorare nell’indice di riempimento-mezzi.

«Chiaramente, all’ora di punta – argomenta Franco Perrelli – ci sono molte corse che vantano il 100% di riempimento. Ma in genere, complice anche l’effetto-Coronavirus, siamo intorno al 40-50% di riempimento medio. Per leggere bene questo dato, tuttavia, bisogna anche tener conto di due questioni. La prima è che ci sono corse da e per le aree collinari, oggi ancor più spopolate di ieri, che non saranno mai frequentatissime ma che “bisogna” comunque effettuare. La seconda è che alcune corse sono decisamente “antiche” e si sente l’esigenza di riformulare il Piano d’esercizio nel suo complesso».

A proposito di collegamenti, solo la politica potrà dare il “la” a un’altra questione cruciale, anche in termini di vision: il coordinamento del servizio con le altre aree del territorio reggino e metropolitano (fondamentali esempi Aeroporto, Stazione centrale, Villa San Giovanni) e col territorio metropolitano di Messina. E i due territori metropolitani potrebbero presto condividere una tariffa unica integrata; ovviamente, previa predisposizione di un coordinamento dei relativi servizi di mobilità.