MESSINA – Bentornata normalità in una Messina incerta. “Dopo due anni di pandemia siamo ancora qui, Madonnuzza“, sussurra una signora mentre la statua in argento della Madonna della Lettera ha appena lasciato la cattedrale e si trova a piazza Duomo per l’inizio della processione. L’interruzione, per via dei rischi legati al Covid, viene archiviata con una significativa partecipazione di fedeli e cittadini.
In migliaia per accogliere la forza della tradizione. Le incertezze non mancano in una città poco coinvolta dal voto, tra crisi economica e sfiducia dominante. Ma erano in tanti ieri a partecipare ai riti dedicati alla patrona della città di Messina.
In mattinata, nella basilica cattedrale, ha avuto luogo il Solenne pontificale in onore della Madonna della Lettera, presieduto da monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. Hanno concelebrato l’arcivescovo Giovanni Accolla, il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, l’arcivescovo emerito di Reggio Calabria-Bova Vittorio Mondello, il vescovo di Patti Guglielmo Giombanco e numerosi presbiteri e diaconi. Tra le autorità erano presenti la prefetta di Messina Cosima Di Stani, la questora Gabriella Ioppolo, il commissario straordinario del Comune di Messina Leonardo Santoro.
“Si tratta di una madre – ha evidenziato monsignor Pappalardo – sempre sensibile, che vigila sulla vita spirituale dei suoi figli. In occasione della solennità della Madonna della Lettera, la Città di Messina e tutta l’arcidiocesi – ha continuato il vescovo – ricordano questo legame con Maria, veloce ascoltatrice e perpetua protettrice dei suoi figli, che ancora le rivolgono il grido: «Oh della Lettera, Madre e Regina, salva Messina, salva Messina»”.
Dii sera, in una cattedrale piena, per ascoltare l’arcivescovo e assistere all’avvio della processione, la tradizione riparte. Un rito spezzato e finalmente riannodato. Arcidiocesi e Confraternite hanno realizzato insieme numerose iniziative in questi giorni. Fondamentale pure l’apporto dei volontari di protezione civili e nucleo diocesano.
“La stanchezza è tanta. Ma anche la soddisfazione di aver donato alla città un bel momento di festa grazie all’impegno delle Confraternite”, sottolinea il giornalista Fortunato Marino, presidente del Centro interconfraternale diocesano.
Diversi pure i politici presenti in cattedrale, mentre monsignor Accolla, affiancato dal vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, così si pronunciava: “La Madonna ci guidi. Quando ci rivolgiamo a lei, dovremmo allontanarci dalle nostre richieste personali”.
In particolare, l’arcivescovo ha stigmatizzato “l’ossessione famelica e patologica del potere. C’è chi sogna di dominare i propri fratelli, spacciando il proprio dominio per servizio. Preghiamo perché il nostro camminare sia un chiedere con insistenza a Maria” a favore di chi ha bisogno.
Accolla ha espresso “vicinanza al popolo ucraino, ai soldati russi morti e a tutte le vittime di guerre che si celebrano in posti sconosciuti e meno raggiunti dai media. Vogliamo camminare insieme per portare speranza. Non siamo sognatori ma portatori di speranza”.
Subito dopo la statua dello scultore Lio Gangeri è stata portata all’esterno del duomo per la processione. Il “miracolo” della partecipazione popolare, con i “Viva Maria”, ha posto per un attimo nel dimenticatoio gli stop obbligati a causa del Covid. Il fercolo argenteo, all’uscita dal duomo, ha riacceso i messinesi. In tanti si sarebbero voluto avvicinare: scrutare da vicino il reliquario bronzo contenente i capelli che, secondo la tradizione, Maria avrebbe usato per legare la sacra lettera inviata ai messinesi.
Se i politici presenti hanno mantenuto un profilo basso e di discrezione, l’invito “Salva Messina” è risuonato tra la gente come soffio di speranza rispetto a una città disastrata. Anche i fuochi pirotecnici al santuario di Montalto, offerti da Caronte & Tourist, hanno fatto parte di questo desiderio di normalità.
“Che questo giorno sancisca la rinascita di Messina”: è il messaggio prevalente per strada e nei social.