servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Quella del complesso Casa nostra è una delle lunghe storie di risanamento della città di Messina. Tutto iniziò nel 1993 con una frana. 13 palazzine che sorgevano sulla collina di Tremonti furono evacuate. 78 famiglie lasciarono la propria casa e da li iniziò una lunga battaglia per i cittadini che si costituirono in un comitato. “Risaniamo Casa nostra” è stato composto nel 2013 da cittadini resilienti che non si sono arresi al degrado. Hanno lottato, hanno bussato alle porte di politici e istituzioni e infine hanno ottenuto quel risanamento in cui non hanno mai smesso di sperare.
Oggi a raccontare questa storia c’è una grande fenice. Un’opera simbolo di rinascita di un luogo e resilienza di chi lo abita. Una statua realizzata con alcuni dei materiali delle palazzine demolite. Un gruppo di cittadini ha messo insieme i pezzi, ha lavorato nelle cantine per dare forma ad un’idea di riscatto. La sua realizzazione è stato un lavoro partecipato, del tutto a spese degli ideatori. La fenice vuole essere un simbolo anche per le generazioni future del complesso, ma non solo. E’ ben visibili dalla strada e anche dall’autostrada e vuole ricordare a chiunque la osservi che “con l’impegno di tutti e camminando a testa alta si può risorgere dal degrado, causato da un uso selvaggio del territorio della collina di Tremonti”, spiega il comitato.
Il presidente Silvestro Bonanno racconta come è nata l’idea e cosa sono stati i 30 anni di risanamento di Casa nostra. Insieme a lui c’è Rosario Midiri che da ex vigile del fuoco ha messo a disposizione la sua professionalità per la saldatura dell’opera. Hanno lavorato al progetto anche Claudio Marcon, Pippo Zagami, Stefano Previti, Giovanni Nicolosi, Mariella Mondello, Lillo Previti, Pietri Calvo e Pasquale Tripodo.
All’inaugurazione della statua erano presenti i residenti della zona, l’assessore alla Cultura Enzo Caruso, il presidente della V Municipalità Raffaele Verso e l’ex assessore della Giunta Accorinti, Daniele Ialacqua. E’ stata poi scoperta una targa commemorativa dedicata ai compagni di viaggio e di tante battaglie che non ci sono più. Il presidente Bonanno si è commosso nel ricordarli: “Oggi siamo tutti vecchi. Abbiamo lottato insieme per anni e alcuni di noi se ne sono andati prima di vedere l’opera compiuta e posizionata all’interno del parco”. Si perché per ritardi burocratici la statua è rimasta in cantina per più di 3 anni. L’amministrazione comunale ha poi dato un’accelerata per consentire la sua installazione nel parco urbano che è stato da poco collaudato ma non ancora inaugurato.
Nella targa si legge: “La fenice è un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, spesso indicato come simbolo di Messina, scelto per celebrare la nascita di un parco nell’area delle 13 palazzine demolite dopo la frana del 1993. E’ un sogno che si avvera, grazie all’impegno dei cittadini, riuniti nel comitato Risaniamo Casa nostra dal 2013, che hanno stimolato con successo le amministrazioni comunali ad intervenire. Il comitato ha realizzato quest’opera con i tondini riciclati dalle demolizioni, per ricordare il dramma delle 78 famiglie sfollate. La fenice è anche in memoria di tutti coloro che si sono impegnati nel comitato, ma che purtroppo non sono riusciti a vedere realizzato il parco“.
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