Lavoro

Cisl Messina, sit in per la sicurezza sul lavoro: “Non un problema, ma una guerra” VIDEO

di Giuseppe Fontana e Matteo Arrigo

MESSINA – La Cisl scende in piazza in tutta la Sicilia per tenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro. Una questione importante, questa, di cui si parla da tempo a livello locale e nazionale e anche Messina è entrata, con il sindacato, nel pieno del dibattito. I lavoratori della Cisl, guidati dal segretario regionale della Cisl Sicilia Paolo Sanzaro, dal segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi e dal responsabile dello Sportello Sicurezza della Cisl Messina Nino Sidoti, hanno manifestato di fronte alla Prefettura di Messina. I dirigenti, poi sono stati, ricevuti dal capo di Gabinetto della Prefettura Carmelo Musolino.

Sanzaro: “Tema delicato”

“Un tema delicato e importante – racconta Sanzaro – perché si gioca con la vita delle persone. Non si può uscire di casa e non ritornare dai propri familiari. Questo sit-in in tutte le province ci permette di manifestare il nostro dissenso. Vogliamo che non capiti più, che ci siano più controlli e si stringa un patto forte su una nuova cultura di sicurezza e salute. Dobbiamo riuscire a invertire questa tendenza anche grazie ai ragazzi, dalla scuola media alle superiori. Abbiamo presentato un documento che la Cisl siciliana ha messo in campo per denunciare questa situazione. Il rapporto annuale dell’Inail ci dà un quadro chiaro di quanto non va. Siamo fortemente preoccupati”.

Alibrandi: “Una guerra da affrontare”

“Questa è una vera guerra da affrontare, è una mattanza – dichiara Alibrandi – e ogni giorno muore un uomo o una donna sul posto di lavoro. Anche ieri è morto un giovane a Bronte mentre lavorava con il padre nei campi. Come Messina siamo avvantaggiati perché abbiamo già firmato un protocollo con la Prefettura per una cabina di regia provinciale, ma ora ne chiediamo una regionale. Vogliamo aprire un ragionamento con due punti fondamentali: gli strumenti di prevenzione, con la formazione, ma anche il cambio culturale. La frammentazione dei contratti e il problema dei precari: questi lavoratori non saranno mai formati bene sui rischi. Dobbiamo lavorare sui giovani, che possono sensibilizzare fortemente anche la visione della propria famiglia”.