Claudia e Giuliana Gravina sono due giovani messinesi che per lavoro vivono a Piacenza. Sono sorelle, sono insegnanti, condividono un appartamento di 30 mq e stanno vivendo l’emergenza Coronavirus nella città che ha dato loro un’opportunità di lavoro.
Quando è scoppiata l’emergenza hanno deciso di rimanere a Piacenza. Hanno visto le immagini di chi ha fatto in fretta le valigie per tornare a casa al sud, in Sicilia, anche a Messina. Loro però hanno deciso di restare. Per non mettere a rischio la salute della loro famiglia e poi di chi li circonda. “Non abbiamo fatto nulla di eroico” dicono. E ci raccontano perché hanno scelto di restare in una città che dista 15 km da Codogno, il primo focolaio italiano del Covid 19. Oggi Piacenza conta 163 morti.
A segnalarci la loro esperienza è la mamma, Rosemary Raciti. «Sono una mamma come tante altre, sono preoccupata per le mie figlie che hanno deciso di restare a Piacenza sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, mentre in tanti fuggivano dalle regioni colpite. Non le vedo dalle vacanze di Natale e non so per quanto tempo ancora non potrò abbracciare. Sono orgogliosa di loro e spero che il loro sacrificio non sia in vano».
Non giudicano chi ha scelto di rientrare. Chiedono però responsabilità e attenzione. Perché sperano che Messina non debba vivere ciò che stanno affrontando molte città del nord Italia, tra cui anche la loro Piacenza.
Francesca Stornante