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Covid Messina. Passalacqua: “In terapia intensiva ancora tanti pazienti, ma ricoveri in calo da giorni” VIDEO

Di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Silvia De Domenico)

MESSINA – “Siamo in una fase di stabilità sostanziale dei ricoveri per casi covid. La Terapia intensiva, che solitamente viene presa a riferimento della gravità e dell’intensità del fenomeno, ha un tasso di occupazione importante. Come altre unità mediche, quali Malattie infettive e Pneumologia covid. Negli ultimi sette-dieci giorni, tuttavia, c’è stata meno richiesta di ricoveri. Un segnale che lascia ben sperare”. Il quadro disegnato dal dottore Giovanni Passalacqua, direttore dell’Uoc di Malattie dell’apparato respiratorio e del Dipartimento medico dell’Azienda ospedaliera Papardo di Messina, riflette i dati che da giorni evidenziano la flessione della curva. I ricoveri sono in calo. Ma si continuano a registrare vittime. Ieri altre quattro a Messina e provincia. Si guarda comunque alla primavera con tanta fiducia.

Dottore Passalacqua, dalla alla variante Delta alla Omicron cosa è cambiato?

“L’effetto del vaccino ha consentito di ridurre l’impatto della malattia grave in un grosso numero di pazienti. Verosimilmente da dicembre siamo stati più a contatto con l’Omicron che con la Delta, ciò si evince anche dai dati nazionali. E’ bene sottolineare come il vaccino abbia certamente svolto un ruolo molto rilevante nell’ impedire alla maggior parte dei pazienti di andare incontro ad una malattia grave. Il 60-70% dei casi seri riguarda non vaccinati. Ultimamente ci sono anche dei vaccinati, con tre dosi, ma parliamo di pazienti con comorbilità e in età avanzata. In questo momento la pressione sembra allentarsi, al Papardo sono occupati tre quarti dei posti di terapia intensiva”.

Guardiamo con speranza alle stagioni miti, facendo tesoro del passato e di quanto accaduto dalla scorsa estate ad oggi…

“Ad agosto 2021 siamo stati colti per certi versi di sorpresa, c’è stata una forte recrudescenza del covid legata verosimilmente all’apertura stagionale dei contatti, in particolare del turismo, in quella fase molto intensa. Il tempo di adattarsi ed ecco che a dicembre si registra un nuovo picco che oggi riteniamo sia giunto verso la coda del fenomeno”.

Da qui a giugno cosa ci dobbiamo aspettare?

“Credo che non dobbiamo abbassare la guardia, soprattutto per quanto riguarda la vaccinazione. Mi riferisco anche ai richiami che ancora non sono stati completati. Sicuramente, come per tutte le virosi respiratorie, la stagionalità primaverile ed estiva, determinerà una fisiologica riduzione della circolazione del virus che dovrebbe andare di pari passo con una minore intensità, non tanto di contagi, ma certamente di ricoveri. Confidiamo molto che la campagna vaccinale si completi e consenta di far diventare questa malattia come qualsiasi altra virosi stagionale. Ce lo auguriamo anche per la necessità di riprendere a svolgere le nostre attività ordinarie, che per due anni hanno visto sacrificare anche tanti pazienti con altre patologie, altrettanto gravi”.