di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – La band messinese “La Stanza della Nonna” si prepara a rappresentare la Sicilia all’Arezzo Wave, lo storico festival musicale che si tiene nell’omonima città toscana da ormai 35 anni. Domani toccherà a Gianluca Fontanaro, Claudio D’Iglio, Bruno Di Sarcina, Peppe Ruggeri e Claudio La Rosa, quest’ultimo sostituito per problemi personale in formazione da Luca Risitano, portare in alto la musica dello Stretto, rappresentando l’intera Regione dopo il successo della fase siciliana. Solo due band messinesi erano riuscite a farcela: i Les Spritz e i Basiliscus P.
“Per noi è un grande onore rappresentare la nostra Regione, la Sicilia che anche attraverso i nostri testi abbiamo più volte detto di amare – racconta Gianluca Fontanaro, voce della band -. Come ogni anno abbiamo partecipato mandando i nostri brani, qualche link video. Poi abbiamo aspettato la risposta e una sera, sistemando i brani del nuovo disco, abbiamo ricevuto la mail. Adesso all’Arezzo dovremo portare un brano nostro e una cover famosa. Di nostro porteremo il brano che si intitola Teresa”.
“Teresa è il nostro ultimo brano e forse è quello che ci rappresenta di più in questo momento anche a livello compositivo e musicale – spiega Claudio D’Iglio -. Per quanto riguarda la cover, invece, abbiamo scelto Compagna Teresa dei Teatro degli orrori. Un brano stupendo che ci piace tanto, ma ha anche una connessione molto stretta con la nostra Teresa. La nostra è stata pensata quasi come una versione edulcorata e tranquilla, in antitesi con quella dei Teatro degli orrori”.
C’è grande emozione tra i componenti de “La Stanza della Nonna”, pronti a giocarsi tutte le proprie chance in un festival importante come l’Arezzo Wave, che li vedrà impegnati tra domani e domenica contro i rappresentanti delle altre Regioni. Un periodo positivo, per la band, che porta avanti anche l’ambizioso progetto dell’etichetta Tuma Records nata al Dalek Studio: “Gruppi si sono uniti in quest’idea e pian piano si cresce insieme. Si crea una famiglia, con artisti esperti e più giovani. Stiamo riuscendo tutti insieme a creare un circolo d’idee che permette anche di spiegare a chi non sa come si comincia cosa fare e cosa non fare”.