I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno messo i sigilli al patrimonio immobiliare e mobiliare per un valore stimato di oltre un milione e settecentomila euro, riconducibile a due siciliani attivi nel settore delle estorsioni e delle truffe nei confronti di anziani. Il provvedimento di confisca è della Corte d’appello di Messina, che ha confermato il sequestro del febbraio 2016 dopo la denuncia di una vittima di Villafranca Tirrena.
Le indagini erano state allora condotte dai Carabinieri del centro tirrenico del messinese ed avevano portato all’individuazione del palermitano Antonino Fiasché (46 anni), e la siracusana Pamela Boscarino (35), appartenenti ad un particolare gruppo nomade, diffuso soprattutto in Sicilia e noto come “camminanti” (caminanti in siciliano), radicati soprattutto a Noto, nel siracusano.
Proprio da Noto partivano diretti in tutta Italia, per poi scegliere, con cura, le loro vittime, l’ultima delle quali a Messina. I malcapitati venivano accusati di aver provocato un incidente stradale, causa non solo di danni fisici ma anche materiali, in particolare la rottura del vetro di un orologio di pregio. Da qui partiva la messinscena: la minaccia di chiamare i vigili urbani per denunciare una presunta omissione di soccorso, con conseguente ipotizzato ritiro della patente della vittima del raggiro, e la prospettata soluzione bonaria di consegnare, nell’immediatezza, una somma di denaro in contanti, corrispondente al prezzo del presunto orologio danneggiato.
Non solo minacce di danni ingiusti, quali l’intervento della forza pubblica ed il ritiro della patente, ma anche finte telefonate a compagnie assicuratrici, cui rispondevano ovviamente complici della coppia i quali, fingendosi agenti d’assicurazione, suggerivano al povero anziano di assecondare la richiesta formulatagli dal duo criminale, pena il dover corrispondere cifre ancora più esorbitanti per il valore, fintamente assicurato, dell’orologio di pregio danneggiato.
Le indagini patrimoniali della Procura sono emersi i terreni e fabbricati intestati ai due e ai familiari, ubicati nei comuni di Melilli e Noto, nonché di diverse autovetture e di ingenti risorse finanziarie sui conti correnti postali loro intestati, ma come tali disponibilità risultassero totalmente incoerenti con i redditi legittimamente dichiarati al fisco: una sproporzione non altrimenti spiegabile se non come risultante delle plurime truffe ed estorsioni compiute. Tutto è stato sequestrato nel 2016 su richiesta del PM Annalisa Arena.