Capodanno 2020: finisce l’anno del covid, inizia l’anno della speranza. Ripercorriamo gli ultimi mesi della pandemia. Da settembre ad oggi: la seconda ondata del Covid-19.
14 settembre 2020: in Italia riaprono le scuole. Dall’infanzia alle superiori, tutti gli studenti messinesi tornano fra i banchi… a rotelle. Si torna a parlare di problemi ordinari come la carenza di aule e la ricerca di nuove sedi. Con l’obbligo del distanziamento sociale, poi, anche le scuole che non avevano problemi di spazi hanno dovuto riorganizzarsi. Persino palestre, sale mensa e corridoio sono stati usati come aule. Ogni istituto ha fatto il possibile per diversificare le entrate e scaglionare gli orari di ingresso a scuola. Inizia un nuovo anno scolastico fatto di gel, termoscanner e mascherine ma pur sempre in presenza. Almeno per le prime settimane.
Anche gli studenti universitari a settembre tornano in aula. Alcuni corsi di studio con lezioni in presenza, altri in modalità blended. Negozi, bar e ristoranti sono aperti al pubblico. Ma anche palestre, centri benessere, centri estetici, saloni di bellezza, piscine, scuole di danza e ludoteche. Fra mascherine, gel igienizzante, plexiglass e tavolini distanziati le attività commerciali e di ristorazione cominciano una faticosa ripresa della normalità. Gestori, imprenditori e lavoratori si adeguano alla convivenza col virus. Tutti, o quasi, investono nella sanificazione nel rispetto delle norme anticontagio da Covid-19.
Le navi da crociera tornano a far scalo nel porto di Messina. Le guide turistiche riprendono a fare visite guidate nei luoghi storici della città. I teatri e i cinema riaprono le sale al pubblico, distanziato ma presente.
Ma poi arriva l’autunno e porta con sé la seconda ondata di questo maledetto virus. La curva dei contagi ricomincia a salire. E tutto si ferma, di nuovo. Tutto tranne i servizi essenziali. Fra mini lockdown, parziali o locali, chiusure di alcune imprese e orari delle attività ridotti scattano le proteste.
Le piazze d’Italia si infuocano. Da Napoli, a Roma, a Milano, a Messina. Dalla marcia in prefettura alle manifestazioni in piazza Unione Europea. Le urla, le lacrime, la rabbia di ristoratori, baristi, artisti e imprenditori che sono costretti alla chiusura totale. La crisi che morde un’economia già provata dalla prima ondata. Gli aiuti e le casse integrazione che non arrivano o arrivano tardi. Tante saracinesche del centro si abbassano, alcune per non rialzarsi più. Inizia una nuova fase della pandemia: quella della disperazione.
E così siamo arrivati al Capodanno. Un 2020 da lasciarsi alle spalle. Un 2021 da accogliere pieni di speranza e di fiducia nella scienza, nella medicina, nel vaccino. Buon anno a tutti da Tempostretto. Auguri a chi usa la mascherina e ai no task. A chi vuole vaccinarsi e ai no vax. A chi ha fallito e a chi si è risollevato. Ai medici che lottano in corsia e ai negazionisti da tastiera. A chi ha vinto il Covid e a chi ha perso qualcuno a causa del Covid. Buon anno ai nostri cari lettori.
Servizio di Silvia De Domenico