Di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Matteo Arrigo)
“MESSINA era scomparsa dalla geopolitica regionale e nazionale. Mi aspetto la presa di coscienza che c’è oggi una posizione importante presa in considerazione dall’elettorato in ambito regionale (e questo lo dicono i sondaggi), una forza che non intende aspettare i tempi della mala politica. Una forza che parte e si organizza perché ritiene di avere le carte in regola per esprimere il presidente della Regione siciliana”. A parlare è il sindaco Cateno De Luca mentre nella sala convegni dell’hotel Diodoro di Taormina si alza il sipario sull’Assemblea regionale degli amministratori municipali di Sicilia Vera, la sua creatura politica. Sono tanti i leader politici regionali che hanno risposto sì all’invito: dal sottosegretario di Stato Cancelleri al segretario del Pd Antony Barbagallo; dall’europarlamentare Raffaele Stancanelli (FdI) al presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, al riferimento renziano in Sicilia Davide Faraone. Dai deputati regionali Danilo lo Giudice (braccio destro di De Luca) e Vincenzo Figuccia allo scrittore Pino Aprile. Giusto per fare dei nomi.
Sfilano i big della politica, si torna indietro nel tempo? “Assolutamente no”, replica De Luca. “Noi – prosegue – vogliamo capire se ci sono uomini e donne, a tutto campo, perché non abbiamo pregiudizi nei confronti di nessuno, che sono pronti ad una sfida innovativa sopra i partiti, con obiettivi condivisi e casacche messe da parte”. C’grande attesa per il discorso di De Luca che sabato chiude la convention. “Stiamo preparando un preavviso di sfratto al governo regionale – anticipa – che sarà notificato al termine della due giorni. Non è solo un aspetto simbolico, ma comincia a tracciare il percorso, il traguardo, il punto di arrivo. La nostra meta. Vogliamo capire chi sarà all’altezza di seguirci nel campo che stiamo delineando”. Il sindaco di Messina sintetizza il suo progetto: “C’è una condizione importante che va sfruttata. Oggi Messina protagonista, domani la Sicilia protagonista. Ma ciò può accadere se si sceglie in Sicilia il suo candidato alla presidenza della Regione e quindi, solo in quel caso, potrà essere la Sicilia a dettare gli equilibri nazionali. A novembre 2022 si vota in Sicilia, marzo 2023 in ambito nazionale, se siamo bravi questa volta l’agenda nazionale la dettiamo noi”.
Infine uno sguardo sulla politica regionale e sulla crisi che attanaglia l’Assemblea regionale siciliana. “A livello regionale – sbotta De luca – siamo di fronte ad un governo moribondo. Ma si sta ammazzando definitivamente la Sicilia, Sarebbe un bel gesto d’amore staccare la spina. Per quanto riguarda Messina, dico che non abbandonerò la città. C’è già all’interno della mia squadra chi è in grado di andare oltre De luca”.