Acqua, energia rifiuti. Ed una macchina amministrativa da rivedere da cima a fondo. Sono i temi “scottanti” trattati nella convention taorminese di Sicilia Vera, il movimento politico che fa capo al sindaco di Messina Cateno de Luca. Ma l’attenzione era tutta puntata sul valore politico della due giorni considerata la portata degli ospiti, vale a dire i big dei partiti in Sicilia dei differenti schieramenti che si contenderanno la presidenza della Regione e gli scanni all’Ars nella prossima tornata.
Sono emersi i primi distinguo. A partire dal segretario regionale del Pd Antony Barbagallo e dal pentastellato Giancarlo Cancelleri, sottosegretario di Stato alle Infrastrutture. “La proposta di appoggiarlo nella corsa alla presidenza – dicono all’unisono – è irricevibile”. Dichiarazioni che non scomodano De Luca, il quale rilancia la sfida: “Farò il sindaco della Sicilia”. Ed aggiunge: “Non mi sono proposto come candidato del M5S e del Pd, anche se a loro converrebbe si rompa il quadro politico. Tra l’altro io sono forse più amato a sinistra che a destra per i miei modi di fare e per le azioni che ho messo in campo come amministratore. Ma ribadisco – prosegue – che non ho chiesto a Barbagallo e Cancelleri di appoggiarmi anche perché essendo un amministratore non seguo la logica di chi candida persone che non hanno amministrato nemmeno un condomino”.
Il sindaco di Messina ribatte a tono anche all’ipotesi del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, di un Governo sul modello Draghi in Salsa siciliana. “Le ammucchiati tra falliti – chiosa De Luca – procurano solo un grande fallimento e fare questi paragoni tra Sicilia e Draghi è un pensiero insano. Potrebbe essere solo l’occasione per alcuni personaggi trombati della politica di ripresentarsi sotto mentite spoglie, per non far ricordare agli altri che proprio loro hanno affossato la Sicilia”.
Il primo cittadino di Messina, al termine della convention di Sicilia Vera, ha consegnato al presidente dell’Ars Micciché una lettera di sfratto: “Se entro il mese di marzo del 2022 non dice chiaramente ai siciliani che questo governo è stato un fallimento e si organizza per staccargli la spina, noi ufficializzeremo un divorzio irreversibile. Lo faccio – prosegue De Luca – per togliere Micciché dall’imbarazzo in quanto tutti dicono che siamo amici e lo hanno pregato di offrirmi una candidatura alle nazionali per togliermi dai piedi e non far saltare gli equilibri regionali. Ma a me queste candidature non interessano”. Per quanto riguarda la corsa alla presidenza delle Regione De Luca è perentorio: “Farò non uno ma dieci passi indietro se sarà candidata una persona più preparata di me e non chi in vita sua non ha mai amministrato nemmeno un condominio”.
Il tempo stringe. Per candidarsi alla Regione il sindaco di Messina deve lasciare Palazzo Zanca a febbraio. Sta pensando al dopo per la Città dello Stretto? Ha già il nome del candidato quale suo successore? “Una cosa è certa – replica – non abbandonerò Messina, come non ho abbandonato i Comuni che già ho amministrato (S. Teresa di Riva e Fiumedinisi”. Quale candidata alla sindacatura circola con insistenza il nome dell’attuale vicesindaco Carlotta Previti. “Ancora per la sindacatura è presto – dice – ma posso affermare che nell’ambito della mia squadra ci sono uominie donne in grado di andare oltre De Luca”. Sulla convention di Sicilia Vera cala il sipario. Restano tanti i dubbi da fugare. I leader regionali ammettono che De luca è un ottimo amministratore col quale dialogare (dal sottosegretario di Stato Cancelleri al segretario del Pd Antony Barbagallo; dall’europarlamentare Raffaele Stancanelli (FdI) al presidente dell’Ars Gianfranco Micciché; dal deputato della Lega Vincenzo Figuccia al riferimento renziano in Sicilia Davide Faraone, tutti presenti alla convention). Ma oltre il dialogo? De Luca avverte che potrebbe non essere più lui il crocevia degli schieramenti in vista delle Regionali. Il sindaco di Messina non si scompone: “Vogliono darmi un posto per farmi ritirare. Ma io rifiuti, mi candido e li faccio… perdere”.