Samuele Messina è un ragazzo di 19 anni, messinese. E’ in Perù da tre mesi e adesso non sa quando potrà tornare a casa. Il Coronavirus ha portato molti Paesi a bloccare i voli verso l’Italia. E Samuele adesso è bloccato a migliaia di km da casa senza sapere quale sarà il suo destino. C’è soprattutto un problema: Samuele è diabetico e ha bisogno di insulina. Aveva organizzato tutto per le dosi necessarie in questi tre mesi. Adesso però non sa come fare.
La sua disavventura è iniziata quando due giorni fa è arrivato in aeroporto per prendere l’aereo che lo avrebbe portato prima a Madrid, in Spagna, e poi da lì con un altro volo in Italia. Dalla Spagna però non partono più aerei per l’Italia a causa del Coronavirus. La compagnia non lo ha fatto partire perché il suo viaggio si sarebbe concluso in Spagna senza possibilità di raggiungere l’Italia. E lui è rimasto a Lima, con i suoi bagagli e il timore di non sapere cosa fare.
Samuele ha fatto un video messaggio per raccontare cosa gli è accaduto. Ha chiesto agli amici di farlo girare sperando di attirare l’attenzione delle Istituzioni locali affinchè qualcuno possa anche solo indicargli la strada da seguire.
«Come devo tornare? Quando potrò tornare? Sono rimasto bloccato a Lima senza sapere come fare. Chiedo un aiuto da parte di chi è di competenza, c’è tanta gente come me che è rimasta bloccata in molte parti del mondo. Sull’aereo con me dovevano esserci altri 8 italiani che sono rimasti qui. Io sono diabetico e ho bisogno di insulina. Insulina che in Italia posso trovare facilmente mentre qui non so come funziona. Inoltre, il mio visto scadrà tra una settimana e dovrò rinnovarlo e anche in questo caso non so come fare. Anche in Perù è arrivato il Coronavirus e non so come si metterà la situazione».
A lanciare un appello è anche la mamma di Samuele che lo sta aspettando a casa, a Messina, cercando anche da qui di avere qualche risposta. «La compagnia aerea non ha saputo dargli nessuna risposta, Samuele si è recato all’Ambasciata italiana a Lima e aspettiamo notizie. Qui mi sono messa in contatto con la Prefettura ma anche in questo caso non ho avuto grandi risposte. Ho segnalato la vicenda anche al Comune, sperando possano fare qualcosa per aiutarci». La signora Cettina ha anche provato a cercare altri voli che possano riportare il figlio a casa, ma in un momento così delicato a livello internazionale è difficilissimo. La preoccupazione più grande riguarda la salute del figlio.
«Samuele non può rischiare di rimanere in giro per il mondo prendendo aerei che fanno scali in Paesi che hanno fermato i voli verso l’Italia. Né tantomeno può pensare di prendere altri mezzi senza certezze e garanzie. Chiediamo aiuto, anche solo per capire cosa possiamo fare».
Francesca Stornante