Ecco cosa è rimasto dell’inferno degli ultimi giorni. Per ore e ore le fiamme hanno divorato tutto ciò che incrociavano lungo il cammino, dalla vegetazione alla fauna selvatica. Alberi sradicati e rotolati giù per le montagne, altri rimasti a penzolare e quindi a rischio schianto, vecchie mulattiere che riemergono da sotto il terreno, prima sepolte sotto metri di vegetazione spontanea.
Montagne carbonizzate che incrociano il panorama dello stretto: il blu del mare incassato fra il nero delle colline, coperto da un cielo che per troppi giorni non abbiamo visto limpido e azzurro. Una cartolina in bianco e nero, che con un colpo di gomma ha perso tutte le sfumature di verde.
Silvia De Domenico