servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Una baraccopoli che viene cancellata e diventa nonluogo. La storia si ripete. Questa volta siamo a Fondo De Pasquale, nel cuore di Giostra, dove le prime baracche sono state demolite nel lontano 2002. Dopo più di 20 anni l’area e i suoi abitanti sono ancora in attesa della conclusione del risanamento. Le vecchie casette non ci sono più, ma il degrado è rimasto e peggiora giorno dopo giorno. I rifiuti aumentano, l’erba cresce sempre più alta e i topi si arrampicano fino al primo piano della palazzina adiacente.
Case popolari in cui non si vive più dignitosamente. “Io non mi affaccio più”; “Non invito più nessuno a casa mia”; “Hanno anche fatto i bisogni sotto le nostre finestre”: ecco alcuni dei racconti più vergognosi dei residenti della zona. Abbiamo incontrato tre cittadine che si sentono abbandonate da tutti e sono arrivate addirittura a rimpiangere la vecchia baraccopoli. “Era molto più pulito prima, perché la gente che abitava nelle baracche era dignitosa e perbene e non c’era questo schifo”, raccontano amareggiati.
Per più di vent’anni hanno sentito parlare di progetti di riqualificazione, di risanamento e di una nuova vita ma alcuni di loro non ci credono neanche più. Hanno visto ruspe pulire e scavare per poi fermarsi e sparire. Nel frattempo le erbacce continuavano a crescere e con loro anche il degrado e la rassegnazione.
A dar voce a questi cittadini è il consigliere della V Municipalità Andrea Zumbo. “Queste persone vivono nelle case popolari ma hanno una loro dignità. La loro è una vera e propria ingiustizia sociale”, dichiara passeggiando fra i rifiuti. Ingombranti, sacchetti di indifferenziata, lastre di amianto, water, copertoni: c’è davvero di tutto, anche un rudere abbandonato trasformato in discarica. “Risulta privato e per questo non è stato mai abbattuto”, spiega Zumbo.
Dopo tutti questi anni di attesa, però, i lavori sono pronti a partire. Pochi giorni fa sono stati consegnati dal sub commissario Marcello Scurria alla ditta che si occuperà della bonifica dell’area. Sì perché prima di poter costruire e riqualificare sarà necessario scavare il terreno di almeno due metri per eliminare tutti i veleni che sono stati trovati nel sottosuolo. Solo allora potrà sorgere un palazzone con 60 alloggi e intorno un parco urbano. “Sono contenta che abbiano pensato anche a uno spazio aperto per i bambini, spero solo che facciano presto e che i miei figli abbiano ancora l’età per giocare quando sarà completato”, commenta una residente che vuole continuare a credere nel sogno del risanamento.
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