Cronaca

Guerra in Ucraina. 46 tra bambini, donne e anziani sono giunti a Furci Siculo VIDEO

servizio di Gianluca Santisi e Matteo Arrigo (video)

FURCI SICULO – L’alba di nuovo giorno per accogliere nella riviera jonica messinese i profughi ucraini giunti dal confine con la Polonia grazie al trasporto umanitario organizzato dalla Protezione Civile di Furci, col sostegno economico dell’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani. Quarantasei in tutto i profughi giunti nella riviera jonica, tra donne, bambini e anziani: alcuni saranno sistemati in case di parenti o amici tra le province Messina e Catania, mentre quasi la metà, 21, sono stati accolti al “Giardino di Redenzione” ad Antillo.

Auspichiamo che il nuovo giorno porti anche la speranza della pace”, sono state le prime parole pronunciate dal sindaco di Furci, Matteo Francilia, presente per assistere al loro arrivo assieme a tutto il sistema messo in piedi per l’accoglienza: i volontari dell Protezione civile di Furci e Antillo che hanno fornito la prima assistenza; Polizia di Stato e Carabinieri che hanno svolto i dovuti controlli; la Polizia municipale e l’Ufficio comunale dei servizi sociali; padre Salvatore Orlando, i volontari del servizio civile comunale che hanno consegnato palloncini e peluche ai bimbi; dott. Enzo Picciolo dell’Asp di Messina che si è occupato di effettuare i tamponi anti Covid e, infine, i tanti rappresentanti delle amministrazioni comunali dell’Unione Valli Joniche dei Peloritani.

Il racconto dei volontari

La missione è stata coordinata da Stefano Morales, responsabile della Protezione Civile di Furci, accompagnato dai volontari Erbin Turriciano e Lina Crisafulli e dall’interprete Lilia Osipenko.

“E’ stata un esperienza che lascerà il segno in ognuno di noi – raccontano – abbiamo visto colonne di fumo relative all’esplosione di bombe con tanto di scia dell’aereo che le ha lanciate. Centri pieni zeppi di persone spaventate, disorientate che non vogliono partire perché sperano di poter rientrare a casa e così si accontentano di stare al confine nei centri di accoglienza. Torniamo consapevoli che abbiamo fatto il nostro dovere e che una guerra non è mai, mai, una soluzione accettabile”.

La missione umanitaria si è svolta in due fasi: la prima ha visto i volontari impegnati a consegnare ai centri di raccolta sul confine polacco i beni di prima necessità raccolti grazie alle donazioni (farmaci, alimenti, articoli per bambini, indumenti, coperte, etc.). La seconda fase, ancora più delicata, ha visto il trasferimento in Italia di donne, bambini accompagnati e persone anziane che saranno ospitati da strutture competenti sul territorio jonico in attesa di poter rientrare nel loro Paese.