MESSINA – “Gli appartamenti Iacp a Messina e provincia? Non siamo all’anno zero. Abbiamo avviato 70 nuove rateizzazioni per regolarizzare le posizioni. Il personale lavora con passione. Su seimila alloggi e tremila e cinquecento in città, la morosità s’aggira sul 30-35 per cento e a pesare sono quelli a uso commerciale. In generale, ci sono persone che non mandano comunicazioni sui redditi dal 2002, dal 2010, dal 2013… Abbiamo inviato i moduli per gradualmente tornare alla legalità. Altrimenti, per chi continua a non farsi trovare, stiamo procedendo con i pignoramenti. Se la procedura parte, non si può tornare indietro. Sarà poi il Comune a stabilire l’esclusione dall’alloggio”. La direttrice generale dell’Istituto autonomo case popolari, Maria Grazia Giacobbe, racconta il lavoro quotidiano della struttura: “Uno sforzo enorme perché è diseducativo per chi paga sapere che, accanto a lui, c’è chi non versa 52 euro, ad esempio. Noi facciamo sapere che ci siamo. Non possiamo consentire l’indifferenza di chi potrebbe tranquillamente pagare”.
Spiega la direttrice generale: “I canoni variano da 52 a 204 euro e c’è chi non paga e poi pretende interventi di manutenzione. Quella ordinaria spetta ai condomini; quella straordinaria a noi, con l’intervento della Regione. Da circa un anno e mezzo, abbiamo cambiato l’organizzazione. C’è un’enorme carenza di personale (l’Istituto ha 53 dipendenti; nel 2008 erano 130, n.d.r.) e noi sopperiamo con la gestione degli immobili di Messina e provincia da parte di cinque gruppi di dieci persone. Gestiamo le palazzine intere. Verifichiamo la documentazione dei redditi, spesso non aggiornati, e se ci sono convalide per decesso dell’assegnatario o occupazioni abusive cerchiamo di regolarizzare I contratti secondo la normativa vigente. Oggi le risposte, rispetto alle nostre sollecitazioni, sono positive. Molti avevano bisogno di sentire la nostra presenza. L’idea che tanto poi non succede nulla, se non paghiamo, spero sia tramontata”.
Continua Giacobbe: “Laddove è possibile favorire il subentro si procede e, se ci sono gli estremi per una regolarizzazione con sanatoria, si completa l’operazione. Lì dove c’è una morosità, si cercano di comprendere i motivi. Con il nuovo metodo di lavoro, abbiamo ottenuto ottimi risultati. Ma faccio una precisazione: le persone hanno bisogno di essere seguite. Hanno bisogno di sapere che il bollettino non arriva da un ente astratto. Ma da persone che lavorano. Noi li chiamiamo e una buona fetta d’utenza risponde alle nostre sollecitazioni. Ci sono moltissimi subentri nelle locazioni e ci sono state tante regolarizzazioni. Se uno non si regolarizza, un domani non può nemmeno comprare la casa”.
Con al suo fianco il commissario Iacp Giovanni Rovito, nella sede di Messina, così la direttrice generale Giacobbe prosegue: “Ricordo che noi chiediamo, ogni due anni, i redditi del nucleo familiare. Il canone è infatti stabilito sulla base del reddito ma spesso non viene presentato. Di conseguenza, la bolletta viene stimata al massimo e questi signori si trovano con enormi somme a debito. Somme che, in realtà, possono essere ricalcolate. C’è una direttiva dell’assessorato del 2014 che ci consente, a richiesta, di poter modificare la somma dovuta, se ci sono i requisiti. Noi veniamo incontro alle persone anche con la rateizzazione. Cerchiamo pure di fare pagare ai morosi un acconto, in modo che si sentano più coinvolti. E c’è un’altra novità”.
Quale? Risponde sempre la dottoressa Giacobbe: “Prima venivano dati a queste persone i bollettini in bianco, e loro, in modo autonomo, quando se lo ricordavano, andavano a pagare. Ora le rateizzazioni vengono mandate ogni mese, oltre alla bolletta. E questo consente loro di poterlo ricordare più facilmente e noi di verificare se la piccola somma venga pagata regolarmente. In generale, abbiamo puntato a controllare in via preliminare tutte le palazzine di proprietà nostra. L’attenzione è sui grossi complessi: Magnolia, San Giovannello, Tremonti, San Jachiddu, Camaro”.
“C’è chi prende l’integrazione abitativa per il reddito di cittadinanza ma non versa i soldi. E noi trasmettiamo queste situazioni alla Guardia di finanza. Per chi ha bisogno di essere aiutato, massima disponibilità. Ma se si può pagare, non è giusto far finta di nulla”, aggiunge il commissario Rovito.
Inoltre, l’assegnazione in emergenza abitativa è “ben regolata a Messina ma non in provincia, dove le amministrazioni agiscono a volte senza consultarci”, dicono Giacobbe e Rovito. Può capitare che un immobile venga assegnato senza che l’Istituto lo sappia. Un altro nodo da risolvere è quello delle abitazioni di proprietà della Regione. In quest’ultimo caso diventano impraticabili gli interventi di manutenzione e sarebbe preferibile il trasferimento di proprietà ai Comuni o allo stesso Iacp per rendere più snella l’azione.
Per quanto riguarda gli immobili a uso commerciale, tra i 350 e i 400, soprattutto zona sud e nord della città, è imminente un bando e chi è interessato potrà farsi avanti.
Su un punto la direttrice generale e il commissario non intendono arretrare: “Indietro non si torna e basta alibi. Lo ribadiamo, chi paga il canone potrà un giorno anche acquistare la casa. E prendersi cura della propria, seppure modesta, abitazione è importante nel segno della comunità. In molti lo hanno capito e abbiamo conosciuto persone con grande dignità. L’edilizia residenziale pubblica è un patrimonio da tutelare e non fare la propria parte significa danneggiare sé stessi e gli altri in termini di servizi e qualità del vivere”.