“Il sistema sanitario regionale sta reggendo, anzi ha aumentato la capacità di screening. Proprio per questo riteniamo che sarebbe un errore non curare chi non ha il Covid. Non possiamo permetterci come sistema sanitario regionale e nazionale di bloccare le attività di ricovero: ci sono centinaia di pazienti non Covid che attendono e che devono ricevere cure per le loro patologie”. L’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza ha tracciato un bilancio della situazione sia alla luce dell’emergenza covid che in merito alle strutture ospedaliere ed ai prossimi passaggi.
Finora i test sierologici effettuati in Sicilia sono oltre 170 mila, mentre i tamponi processati sono più di 400 mila. I positivi, rispetto ai tamponi processati sono l’1,2%. Per quanto riguarda il dettaglio il 12% dei contagi arriva da fuori Sicilia mentre l’8% sono migranti. Su questo fronte i migranti positivi in totale sono stati 450 ma attualmente sono 340 (tra hotspot, centri di accoglienza o navi-quarantena).
“La Sicilia ha fatto meno tamponi perché ha meno casi – ha poi evidenziato annunciando i prossimi passi- Sono in arrivo due milioni di tamponi rapidi per lo screening. Un primo milione arriverà già giovedì e serviranno ad attuare un’azione di screening con una strumentazione testata dall’Istituto superiore di sanità e che in Italia è già stata provata negli aeroporti”.
I tamponi saranno distribuiti alle aziende sanitarie in base ai fabbisogni della popolazione. La scelta è stata fatta scelta pensando soprattutto alle scuole, perché un genitore non può attendere 24 ore per sapere se il proprio figlio è positivo. “La tempestività è importante. Sono tamponi rapidi che danno esito in pochi minuti, in una scuola questo può fare la differenza. Si prevede uso anche per screening in specifici territori”.
Per quanto riguarda i casi di covid con ricovero ospedaliero Razza ga sottolineato come il picco di ospedalizzazione si sia registrato in fase 1, il 6 aprile con oltre 600 ricoveri dei quali 74 in terapia intensiva, mentre ad oggi questi numeri non ci sono. “Il sistema e la disponibilità di posti è la stessa e possono essere attivati questi e altri posti in base alle esigenze- ha concluso Razza- In una dimensione più ampia c’è disponibilità di 2500 posti letto per la degenza ordinaria per Covid a cui far ricorso solo se necessario per non bloccare le altre attività sanitarie. In questa fase non è certamente necessario. Attualmente i posti disponibili sono cinquecento di cui cento in terapia intensiva”.