Cultura

Da bambino suonava il friscaletto, da grande si laurea in zampogna VIDEO

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – Suona e costruisce strumenti tradizionali. Rosario Altadonna è cresciuto a pane e musica popolare. La passione per la tradizione agropastorale l’ha ereditata dalla nonna, che è stata una delle ultime suonatrici di tamburello in Sicilia. Da bambino suonava il friscaletto, poi è arrivata la zampogna. Ma il suo interesse è andato oltre la musica: ha iniziato a studiare la storia di questi strumenti e ha imparato anche a costruirli artigianalmente.

Le musiche popolari entrano finalmente in un conservatorio

“Sentivo l’esigenza di dover fare entrare questa musica in ambito accademico”, ecco perché Rosario ha deciso di iscriversi al conservatorio. Anche se è dovuto arrivare in Calabria, in provincia di Catanzaro, per realizzare il suo sogno. Oggi Rosario è il primo laureato in zampogna in Italia. Ne va fiero soprattutto perché sente forte la missione di preservare e custodire quello che ha imparato nell’università della vita da musicisti e artigiani peloritani che adesso non ci sono più. Oggi il suo sapere è trascritto nero su bianco nelle pagine di una tesi di laurea che ha un grande significato per tutta la cultura del sud Italia. “La musica popolare che è sempre stata relegata all’ambito del folclore entra per la prima volta in ambito accademico”, aggiunge orgoglioso del titolo conseguito.

Le zampogne di una volta

Fra racconti della sua infanzia e aneddoti sulla storia delle musiche popolari ci mostra una zampogna unica nel suo genere. La sacca non è quella bianca che siamo abituati a vedere nei contesti natalizi, fatta di pelle di capretto. È uno strumento più elegante, vestito a festa, ricoperto di tessuto barocco. “Potremmo dire che è stato conciato per entrare nei salotti buoni”, spiega Altadonna. Sì perché al contrario di quello che si pensa la zampogna non era suonata solo in ambito agropastorale dai contadini ma era utilizzata anche nelle chiese o nelle corti. E si vestiva per l’occasione. Anche per coprire il forte tanfo della cosiddetta “malodore”.