MESSINA – Possibile rivivere l’arte, dipinti e monumenti, e assaporarla esattamente nel modo in cui facevano gli artisti al momento della realizzazione, secoli fa? Sì. E lo si fa attraverso la tecnologia, la scienza e un’App. Nella Sala Senato del Rettorato, infatti, l’Università di Messina ha presentato la sua ultima creatura, un’app basata sulla tecnologia 3D e dedicata nella fattispecie ai Bronzi di Riace. Elmi, lance, scudi e colori delle antiche statue, tornano così a risplendere grazie alla realtà virtuale, che permetterà agli utenti che la scaricheranno (a breve sarà pubblicata negli store) di vedere i Bronzi dal vivo al Museo di Reggio Calabria, ma anche di confrontare le attuali condizioni con quelle originali, affiancando un cellulare o un tablet.
“Si parla di una ricostruzione scientifica e culturale, basata su studi approfonditi – ha spiegato il Rettore dell’UniMe, Salvatore Cuzzocrea – Siamo orogliosi di aver trovato una sinergia simile con il Museo di Reggio Calabria. Per noi questo è un punto di partenza per rendere fruibili anche altre opere d’arte. Vogliamo porci al centro di un percorso di divulgazione del patrimonio culturale tanto del nostro Paese quanto della nostra città. Ci proveremo grazie anche alla tecnologia e alla realtà virtuale”. Al fianco di Cuzzocrea, alla presentazione odierna, c’erano i professori Daniele Castrizio e Massimo Villari, a capo del progetto realizzato poi da due brillanti studenti dell’Ateneo, Marco Garofalo e Mario Colosi. A poco più di un anno dall’inizio dei lavori, partiti nell’estate 2020, l’app è ora pronta e funzionante e vuole prendersi la scena per un nuovo modo di usufruire arte e cultura.
“Quest’app è un tentativo riuscito di creare una macchina del tempo – ha spiegato il professor Castrizio – e siamo sicuro che questo progetto possa essere esportato in tutto il mondo. Stiamo già lavorando per applicare la tecnologia ad altre opere. Non abbiamo inventato niente, ma siamo riusciti a fare gruppo realizzando un’app semplice e funzionale: siamo i primi in Italia”. Dello stesso avviso anche il professor Villari: “Questo è il futuro. I nostri ragazzi sono bravi, dobbiamo continuare in questa direzione. Dobbiamo ricordarci che il nostro Ateneo c’era nel 1548. Noi c’eravamo quando tanti altri non c’erano”. L’app a breve potrà essere trovato sugli store e l’obiettivo dell’Università di Messina è di diffonderla a titolo gratuito.