Il 20 giugno del 1997 un incidente stroncò la vita di una diciassettenne. L’uccisione di Valeria, per mano di un pirata della strada, però non fu solo una fine, ma l’inizio di un percorso che ha avviato un cambiamento, grazie all’impegno della mamma Pina Cassaniti Mastrojeni e della famiglia.
La storia di Valeria ha dato vita all’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada (AIFVS), che oggi conta decine di sedi in tutta Italia. Il suo ricordo è oggi il simbolo dell’uso sociale del dolore, divenuto proposta di cambiamento diffuso sul territorio nazionale.
L’impegno dell’Associazione, di cui la signora Pina Mastrojeni è Presidente, si è tradotto in proposte di legge, audizioni in commissioni parlamentari, convegni, manifestazioni in piazza e sit-in nei Tribunali. E in 20 anni non sono pochi i risultati raggiunti grazie a questo impegno: la patente a punti, l’uso del casco, il patentino per il ciclomotore, la riduzione del tasso di alcolemia e il graduale innalzamento delle sanzioni, sino alla recente riforma sull’omicidio stradale.
L’Associazione ha puntato tutto sulla necessità di un coinvolgimento diffuso perché solo mettendosi insieme, istituzioni e società civile, si può prevenire la strage stradale, troppo spesso non dovuta a fatalità ma alla colpevole trasgressione delle norme, proprio ciò che provocò la morte di Valeria quella maledetta notte del 20 giugno del ’97.