MESSINA – Il Comune accelera sulle procedure per assegnare definitivamente i box e revocare le concessioni a quelli inutilizzati. Ma gli operatori del mercato Zaera sono sul piede di guerra. Perché 10 box chiusi su 34 sono troppi e il parcheggio sotterraneo rimane chiuso.
A lamentarsi sono praticamente tutti. In pochi però ci mettono la faccia. Nell’intervista, il macellaio Salvatore Saccà, ormai il portavoce dei commercianti di quello che l’ex sindaco Cateno De Luca ha voluto battezzare come “Area Verde”, sintetizza le ragioni dei malumori e annuncia l’avvio di azioni legali da parte di alcuni di loro.
A microfoni spenti, i commercianti non lesinano autocritiche. Forse qualcuno si è fatto assegnare i box anche se non intenzionato ad aprirlo effettivamente ma contando di specularci: il Comune ha infatti posto il limite di 36 mesi prima di poter rivendere, ma nel frattempo la “Tosap” è abbonata e chi ha altri punti vendita potrebbe comunque trovarlo conveniente. Ma per quasi tutti si è trattata di una inaugurazione “fuffa”: perché il parcheggio rimane ostinatamente chiuso e alcuni box sono stati assegnati ad operatori che avevano cessato l’attività ancor prima dello “sfratto” dal vecchio mercato.
Tutti però sono d’accordo che basterebbe una maggiore attenzione da parte di Palazzo Zanca. Dove il dirigente, assicura, ha già predisposto una tabella di marcia di controllo da parte della Polizia Municipale – essenziale per revocare le assegnazioni a chi non opera e velocizzare i bandi di assegnazione per gli altri. Al Comune i box vuoti risultano soltanto 4. Un velocissimo giro nell’area coperta di viale Europa mostra invece che sono molti di più.
E il parcheggio? Al Municipio pare non saperne niente nessuno. A guardarlo dal di fuori, pare avere qualche problema di altezza. E certo entrare ed uscire con l’auto da una corsia ristretta dal cordolo e all’ingresso della rotonda più trafficata della città non sembra agevole. Cosa effettivamente non va, perché a oltre sei mesi dall’inaugurazione è ancora sbarrato, però, non è dato saperlo, dagli uffici.
Montaggio di Matteo Arrigo