di Giuseppe Fontana (riprese e montaggio Matteo Arrigo)
MESSINA – A pochi giorni dalla fine ufficiale dell’estate e con un assaggio di temporali già ampiamente avuto, Galati torna a rivedere i vecchi, e ormai soliti, fantasmi. L’autunno alle porte sembra essere identico a quello degli scorsi anni e con esso arriveranno, quindi, i classici problemi legati alle mareggiate. Il mal tempo porterà il mare pericolosamente vicino alle abitazioni perché, anche quest’anno, non si arriverà pronti ad affrontare l’emergenza. Il cantiere di Galati è lì, fermo, ad osservare il meteo che cambia e i giorni che passano, senza che venga smosso più un centimetro di terreno.
Anzi, la situazione è pure peggiorata. Nelle buche scavate sulla spiaggia cominciano a intravedersi nuovi ospiti. Le piante e le erbacce crescono rigogliose e accanto a loro compaiono le prime avvisaglie di discariche a cielo aperto. Buste piene, plastica, cibo, bottiglie di vetro fanno compagnia ad escrementi di animali, domestici o selvatici, lì fermi a riempire anche l’aria di odori non propriamente felici. E intanto il mare si ingrossa, anche in giornate di sole, con le correnti ad aumentare e i colori a scurirsi perché ormai l’estate è finita ed è nell’ordine delle cose che sia così.
Cosa si sta aspettando? Quante denunce dei cittadini resteranno ancora inascoltate? Quando le barriere temporanee lasceranno spazio ai lavori annunciati e mai completati? Gli scavatori parcheggiati lì, a pochi passi dal mare, attendono così come fanno gli abitanti della zona sud, per un problema che si protrae ogni anno, nonostante i continui appelli e le promesse delle istituzioni.