di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico
MESSINA – La città continua a svuotarsi e i negozi continuano a chiudere. Lo fanno anche attività storiche, che per decenni hanno operato in pieno centro a Messina e che ora lasceranno vuote le botteghe, a causa di una crisi economica che appare senza fine. Come raccontato settimane fa da Daniela Bisazza (qui la storia della chiusura dell’azienda dopo 135 anni), anche Adriana Puglisi, titolare dell’omonimo negozio in via Centonze, ha deciso di abbassare le saracinesche una volta per tutte.
“Chiudo – racconta la signora Puglisi – perché non ce la facciamo più. Per noi è difficile, lo è per me che sono stata una vita in questo negozio, con i miei genitori e i miei nonni ancora prima. Siamo in una situazione difficile, non ci hanno aiutati e siamo in difficoltà nel far fronte ai nostri pagamenti. Perciò quando io, da sempre abituata a correttezza e puntualità, mi sono ritrovata in questa situazione, cos’avrei dovuto fare?”
La crisi parte da lontano, ma culmina con il Covid: “Per due anni e mezzo la gente non veniva in negozio. Siamo stati penalizzati dalla pandemia. Dopo una vita di grande lavoro, se mi ritrovo in una situazione simile devo assolutamente prendere una decisione. E ho presa questa, con mio grande dispiacere. Sono nata qui, a 18 anni ho iniziato a lavorare qui e mi rendo conto che dovrò buttare via le mie capacità. Ma è così e forse la vera intelligenza è anche capire quando smettere”.
“Tutto è iniziato già dalle Torri Gemelle – prosegue la signora Puglisi – e poi c’è stato il 2008, con la crisi economica. Il Covid è stata la ciliegina, poi la guerra, le bollette. Pensavo che dopo la pandemia sarebbe stato possibile riprendersi, ma è impossibile: la gente ha il terrore, di bollette alte da non poter pagare. La mia famiglia ha ereditato questa attività nel ’35 ma prima c’erano i miei nonni e i miei zii. Ai giovani dico di non comprare su internet, anche ai miei figli lo dico. Questo rischia di rovinare la città, che resterà senza attività e con ancora più disoccupati: a cosa serve risparmiare un poco oggi se la città va sempre peggio? Messina è combinata malissimo”.