di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana
MESSINA – Il percorso di Cateno De Luca verso le dimissioni del prossimo 14 febbraio prosegue a ritmo serrato. Nel corso della mattinata il sindaco, prima di recarsi all’inaugurazione di un tratto di Via Don Blasco, ha incontrato i giornalisti per salutarli ed esprimere la propria gratitudine per il lavoro svolto. Un lungo incontro di commiato in cui prima si è concesso ai microfoni delle testate e poi ha analizzato il suo percorso, soprattutto in quest’ultima fase.
“Stiamo cercando di avere un commissario che possa gestire questa fase transitoria in modo equilibrato – ha esordito, parlando poi subito di futuro – Ho rifiutato la vicepresidenza regionale con delega al bilancio e alla programmazione. Questo non è un progetto che mira ad alzare il prezzo. Mi è arrivata anche l’offerta di passare nazionale ma io ho detto ‘almeno ministro’. Perché noi condizioneremo gli equilibri nazionali. Parte, infatti, l’operazione del movimento meridionalista, c’è già la denominazione e si stanno registrando i nomi. Quando ho detto che Messina sarà fulcro di equilibri regionali e nazionali non scherzavo, ve ne renderete conto. Palermo crolla, la candidatura di Cateno De Luca sta facendo tremare i palazzi”.
“Quel video sul clochard onestamente avrei potuto evitarlo – prosegue poi parlando delle cose di cui si pente – quel blitz al Palacultura mi sono pentito amaramente di averlo fatto. Avrei voluto invece demolire il Seaflight, il simbolo di quella che è stata una industrializzazione delle parti più belle della nostra città. Purtroppo è rimasta quella bruttura, che è anche simbolo della mala gestio burocratica perché il demanio marittimo ci ha impedito di demolirlo e questo voglio sottolinearlo. Ci sono connivenze strane e particolari su quell’area, ma sarà una delle prime cose che faremo con la prossima amministrazione e io da Presidente della Regione siciliana”.
Sui rapporti con il Consiglio comunale il sindaco prosegue i suoi attacchi: “Notizia di ieri è che l’Aula sia stata ancora censurata per violazione di legge. Per non aver consentito al sindaco per due anni di ribattere sulla relazione annuale. Significa che il Consiglio ha paura del confronto e quindi nessuno di loro avrà titolo a parlare con il sindaco De Luca e neanche con il prossimo candidato alla presidenza del Consiglio comunale e a sindaco. Hanno rifiutato il confronto. Mi hanno raccontato una riunione patetica, dove c’è stato lo show da Calabrò ad altri. Guarda caso erano tutti a capo chino a dire che il sindaco De Luca aveva ragione”.
“Il candidato? – prosegue poi De Luca, annunciando che “Sarà svelato lunedì notte. Nella notte tra lunedì e martedì a Piazza Duomo, dopo la mezzanotte così non sarò più sindaco. Questo vi conferma sempre che ho le idee chiare, e al di là dei tatticismi è ovvio che non faccio un passo senza aver pensato agli altri dieci. Lunedì notte presenteremo anche la Giunta, non c’è spazio per nessun tipo di trattativa. Candidato a sindaco, Giunta e aspirante presidente del Consiglio che sarei io”. Poi un passaggio sui tre avversari che vorrebbe: “Alessandro Russo sarebbe bellissimo, Calabrò sarebbe fantastico e Peppino Buzzanca una goduria”.
“Io mi do dieci e lode per le condizioni in cui ho lavorato, un sindaco eletto senza un Consiglio comunale. Voglio dire una cosa: ho evitato di acquistare i consiglieri comunali. Potevo prendere le Partecipate e dire: ‘dammi tua sorella, ecc. ecc.’ come si è fatto in passato. Vi ricordate che qualche sindaco senza maggioranza se li è comprati i consiglieri? Se andiamo a guardare i consiglieri di amministrazione c’erano fratelli, amanti, eccetera. Io non l’ho voluto fare, perché significava un compromesso che non mi avrebbe consentito di governare. E questo è un compromesso che non è stato rilevato. Aver amministrato Messina è stato il completamento della formazione che mi serviva. Messina rappresenta in piccolo quello che è la Sicilia, con molta onestà: con i vizi, pregi, difetti e pericoli. Ho detto sempre che se esco vivo e apiede libero dalla sindacatura di Messina avrò anticorpi tale da poter puntare alla prossima presidenza Regionale”.
E quali caratteristiche deve avere un presidente della Regione siciliana? “Deve essere un sindaco, cioè deve ragionare come un sindaco. Deve governare con la stessa tensione che hai come sindaco, cioè pensando a chi puoi incontrare per strada o bussare alla tua porta. Non è mai stato così, si continua solo a fare politica, c’è la logica dei soldatini, questo a me e quello a te. Dopo prendono il candidato più scafato, perché la Sicilia deve essere assegnata a questo o a quello, a Meloni o a Salvini. Tutto questo mi fa schifo e la mia candidatura romperà definitivamente anche questa logica”.