MESSINA – R.: “E poi ho visto… c’è gente che è nata nel 1903, non è che sono morti?”. M.: “E noi che ne sappiamo (ride)”. R.: “Eh vabbè, ma…”. M.: “Noi che ne sappiamo, se ci portano la ricetta… Che dobbiamo fare le indagini noi?”.
E’ una delle conversazioni intercettate dalla Guardia di Finanza di Messina nell’ambito dell’operazione Apotheke, che ha portato all’arresto ai domiciliari del farmacista Sergio Romeo e del medico di base Ciro Liosi, mentre altri cinque medici (Filippo Cutrì, Salvatore De Domenico, Santi Ielo, Basilio Cucinotta, Nunzio Minutoli) sono stati sospesi per un anno.
Secondo le indagini, farebbero parte di un’organizzazione che avrebbe truffato l’Asp di Messina, con base alla farmacia del Villaggio, ad Aldisio, la stessa crivellata di colpi la scorsa notte di capodanno.
Una catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo approvvigionamento di ricette “rosse”, sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti fidelizzati e privi di esenzione ticket, ai quali veniva spesso applicato un particolare sconto.
Le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato, prevalentemente, farmaci costosi, anche al prezzo di 587 euro ciascuna, trattandosi di farmaci normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, dolore severo, trattamento post chemioterapico, carcinoma del polmone ed altre patologie importanti.
Questi farmaci, mediante false prescrizioni mediche sulle quali sono risultati apposti timbri e firme riconducibili ai sei medici di medicina generale convenzionati con l’Asp di Messina (il medico arrestato e i cinque sospesi), venivano prescritti prevalentemente ad assistiti deceduti o inesistenti.
Nel 2016 l’Asp di Messina ha così corrisposto alla farmacia 1 milione 124mila euro, nel 2017 1 milione 266mila euro, nel 2018 1 milione 285mila euro. Sono in corso attività per meglio quantificare il danno erariale provocato.