di Giuseppe Fontana e Matteo Arrigo
MESSINA – L’associazione Overland e il rifugio Sant’Eustochia, la cui attività prosegue sulle colline di Larderia, hanno dovuto fare i conti con i danni generati dagli incendi sviluppatisi nell’area nei giorni scorsi. Soltanto poche settimane fa Antonio Mandia aveva lanciato un appello per il sostentamento dell’attività, che quotidianamente si occupa di assistenza, recupero, formazione, educazione e reinserimento sociale di persone fragili per lo più provenienti dal settore carcerario e tossicologico, operando in convenzione con il Tribunale di Messina, con l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e con l’Ufficio Servizio Sociale Minorile.
Oggi la situazione è ancora peggiore, perché il fuoco bruciato parte dell’area, distruggendo campi e coltivazioni anche tropicali, un vero patrimonio dell’aria. “Nel giro di cinque giorni sono partiti due volte incendi – racconta Mandia – e l’ultimo è stato devastante”. L’associazione è riuscita a intervenire in attesa dei soccorsi, ma i danni sono ingenti: “Pensiamo siano intorno ai 20mila euro, tra alberi, muretti a secco crollati e tanti altri strumenti, senza contare la cappella che avevamo appena finito. Ci piange il cuore pensare a quanti sacrifici abbiamo fatto e quanti ne fanno i nostri utenti per realizzare qualcosa che sia un bene comune della collettività e che contemporaneamente dà alla gente la possibilità di riprendere in mano la propria vita”.
Adesso si riparte, ma è più l’amarezza o la paura che possa risuccedere? “La paura c’è sempre. Noi facciamo molta attenzione anche a chi incontriamo per strada, qualsiasi persona che possa gettare una sigaretta che puoi può provocare danni, partendo da una sbadataggine. Dal punto di vista dell’amarezza è ovvio: vedere distrutto ciò che si costruisce con grande sacrificio lascia l’amaro in bocca. Ricostruiremo, la forza non ci manca, ma abbiamo bisogno di una mano”.