Sarà l’indagine della Squadra Mobile e del sostituto procuratore Francesco Lo Gerfo a chiarire la dinamica dell’incidente sul lavoro costato la vita a Salvatore Ada. L’operaio 55enne della Toto Costruzioni era impegnato nelle operazioni di carico dei new jersey su un camion che li avrebbe poi trasferiti a Cefalù quando, proprio mentre caricavano l’ultima barriera con una catena manovrata da una gru, qualcosa è andato storto.
Erano da poco passate le 18.30. Salvatore è rimasto schiacciato da 4 tonnellate di cemento che non gli hanno lasciato scampo, uccidendolo sul colpo. Da chiarire se ci sia stato un problema di manovra, mentre la cinghia sganciava la barriera sul camion, se si tratta di un problema di sicurezza o se sia stata una tragedia senza colpe. Al momento del primo sopralluogo, la cinghia era sul mezzo.
Il magistrato titolare del caso ha affidato il solo esame esterno – non ci sono dubbi e sceglierà un consulente tecnico per la verifica di tutto l’accaduto, mentre anche l’Ispettorato del Lavoro ha effettuato il sopralluogo nel cantiere di via Palermo, in un’area di stoccaggio che serve i due cantieri principali del viadotto Ritiro. I colleghi presenti al momento dell’incidente sono già stati ascoltati dagli investigatori. Al momento non ci sono indagati.
Nelle parole del capocantiere Natale Bombara un toccante ricordo dell’operaio.
Al cantiere oggi i suoi colleghi scioperano, sotto le bandiere della Uil e delle altre sigle.“E’ una mattanza che deve trovare fine”, afferma il segretario generale Uil Ivan Tripodi.
Servizio di Alessandra Serio e Matteo Arrigo