Servizio di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Silvia De Domenico)
MESSINA – Pandemia e rincari hanno mandato in fumo la stagione dei saldi anche a Messina. “Come se il covid non avesse procurato ferite ancora sanguinanti nel tessuto imprenditoriale – è il coro unanime degli esercenti – arrivano i rincari da capogiro delle materie prime che si riflettono drammaticamente sia sulle tasche degli imprenditori quanto in quelle dei consumatori finali”. Abbiamo raccolto le testimonianze dei commercianti (nel servizio video allegato a questo articolo) i quali parlano di una “situazione economica peggiore dello scorso anno. Siamo in una sorta di lockdown di fatto – dicono – ma questa volta con i negozi aperti e senza ristori. Il colpo di grazia per le nostre aziende. Tra l’altro adesso senza nemmeno il paracadute della cassa integrazione”.
Nel settore abbigliamento, per limitare i danni, viene chiesta al governo nazionale la “rottamazione del magazzino”. “E metà della merce – viene specificato – è rimasta invenduta e non si riesce a smaltire nemmeno con gli sconti”. Alle voci degli operatori commerciali si è unito il grido d’allarme di Confesercenti Messina e Federconsumatori. Il caro bollette sta facendo la sua parte, nonostante gli interventi del Governo. Si stima infatti un incremento del +41,8% per il gas e +55% per l’elettricità, che incideranno pesantemente sui bilanci familiari, portando la spesa annuale per la bolletta elettrica per un famiglia-tipo a 823 euro, con una variazione del +68% rispetto allo scorso anno.
Il presidente di Confesercenti Messina, Alberto Palella, fa il punto sugli aiuti del Governo alle imprese. ”Le ultime risorse stanziate – commenta – sono insufficienti per arginare la situazione debitoria che le aziende si portavano dietro dalle altre ondate pandemiche e che oggi, con la variante Omicron, è degenerata. Speravamo nel Natale per risollevare i conti, ma anche il periodo festivo – sottolinea – si è rivelato un grande bluff in tutti i settori e adesso la nuova spada di Damocle dei rincari. Il quadro è completo se si pensa che per molti comparti non è stata rinnovata la cassa integrazione, mentre il fisco è tornato a battere cassa facendo fioccare cartelle e a marzo termineranno i 2 anni di pre ammortamenti dei finanziamenti concessi dalle banche con la garanzia dello Stato e si dovranno pagare le rate per intero. Il tutto crea un mix esplosivo.
Occorre che il Governo nazionale e regionale e l’Amministrazione comunale, ciascuno per le proprie specifiche possibilità di manovra – conclude Palella – trovino risorse che non siano sterili palliativi, ma che fungano da sostegno concreto a tutte quelle Pmi che subiscono dall’inizio della pandemia e per cui quest’ultima ondata potrebbe significare chiudere definitivamente. Il baratro è dietro l’angolo”.