di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana
MESSINA – “Le dimissioni del sindaco De Luca non sono un fatto qualsiasi”. Questo è il punto centrale della riflessione portata avanti da Partito Democratico e LiberaMe. I due gruppi hanno voluto denunciare qualcosa che “passa inosservata o come una cosa normale, l’addio del sindaco in un momento molto delicato”. A spiegarlo è stato il capogruppo del Pd Gaetano Gennaro, che ha aperto la conferenza stampa con al fianco Claudio Cardile, Felice Calabrò e Alessandro Russo, oltre a Massimo Rizzo, presidente della Commissione Bilancio e consigliere di LiberaMe. Gennaro parla di un’auto-bocciatura: “Non si può non riflettere su quanto successo. L’amministrazione ha avuto mandato dalla città di governare e si è dimessa con un anno e mezzo di anticipo. Cosa significa, che si sono bocciati da soli. Non solo non si è dato seguito al mandato ma è stato fatto fallire il progetto annunciato in campagna elettorale di voler governare per dieci anni. Dopo 3 anni esce fuori un progetto diverso, con De Luca a candidarsi alla Regione e un nuovo candidato a sindaco. In più, proprio quest’ultima, è una bocciatura degli assessori stessi, poiché è stato scelto un uomo esterno, non tra loro”.
“In più De Luca lascia in un momento complicato, in piena pandemia, mentre si sta valutando il piano di riequilibrio – prosegue Gennaro – e De Luca lascia anche la città metropolitana, dove c’è una situazione molto particolare in cui ha lasciato un suo uomo di fiducia come vorrà fare qui con Basile, il guardiano dei conti. Che motivo c’è di mettere un guardiano alla salvaguardia se sono in regola? E infine aggiungiamo che lui sta facendo quanto fatto a Santa Teresa, sottraendosi e mettendo un uomo di fiducia al suo posto. Evidentemente tanto tranquillo non è”.
Massimo Rizzo, poi, scende sul tecnico e analizza un risvolto della medaglia dovuto alle sue dimissioni: “Faccio un esempio concreto. Oggi la mia commissione, quella bilancio, non si terrà. Perché tutte le delibere sottoscritte da una Giunta dimessa non possono essere trattate se non vengono sottoscritte dal Commissario. Un dato che sottolinea che il Consiglio comunale ha dimostrato sempre senso di responsabilità, andando oltre gli insulti e gli attacchi, adottando delibere per la città. Senso di responsabilità che non ha contraddistinto la Giunta e il Sindaco, che hanno utilizzato la città come trampolino di lancio per progetto più ambiziosi”.
Intervengono anche Russo e Calabrò. Il primo ha parlato di un De Luca come “Schettino che abbandona la nave, ma noi non vogliamo richiamarlo a bordo, anzi per fortuna è riuscito ad andare via. Se avesse avuto le carte in regola non sarebbe scappato via, perché questa è una fuga dalle sue responsabilità. Abbiamo solo la parola di De Luca che dice “è tutto ok”. Ma è una mistificazione perché la Corte dei Conti sta analizzando e non ci sono elementi per dire che è così. Non sappiamo se davvero è andata bene, andremo ad elezioni rischiando di non conoscere la reale situazione se la Corte non dovesse pronunciarsi”. Calabrò, invece, parla prima della rimodulazione del piano di riequilibrio: “La rimodulazione? L’avrei fatta anche io se avessi ritenuto il piano del 2018 non all’altezza. Ma la verità la saprà soltanto chi arriverà, se sarà Basile o chiunque altro a lui non interessa”. Poi parla di realtà dei fatti contro percezione social: “Abbiamo dato in pasto a una città che non ha voglia di conoscere una strada fatta che non c’è. È questione di realtà contro percezione della realtà. Abbiamo sbagliato noi e anche voi giornalisti”.