Politica

Messina. Tolti i rifiuti da Maregrosso e chiusi i varchi d’accesso. FOTO e VIDEO

Dovrebbe essere il lungomare del centro città, è invece un susseguirsi di capannoni e costruzioni che la vista del mare la ostruiscono. E così incivili e delinquenti non trovavano di meglio che nascondersi dietro quei capannoni per gettare enormi quantità di rifiuti in spiaggia, di tutti i tipi, a più riprese.

Il sequestro dell’area

Proprio un anno fa l’area era stata sequestrata ed erano state indagate 11 persone, tra cui l’ex sindaco Accorinti e tre assessori della sua giunta, per rifiuto d’atti d’ufficio, oltre al titolare di una ditta della zona operante nel settore dello smaltimento di rifiuti. La Regione aveva finanziato 400mila euro per la demolizione di manufatti abusivi, ma, secondo la Procura, non c’era stato adeguato seguito. E inoltre non “hanno impedito il deposito incontrollato e sistematico di rifiuti da parte di soggetti ignoti che approfittavano dello stato di abbandono dell’area, omettendo, ancora una volta, di rimuovere il materiale di risulta proveniente dalla demolizione di immobili abusivi e contribuendo con tale condotta a mantenere una discarica abusiva all’interno dell’area”.

L’iter per la rimozione dei rifiuti

E’ ciò che ha fatto, invece, la giunta De Luca, che ad agosto ha chiesto e ottenuto il dissequestro dell’area per pulire, a ottobre ha caratterizzato i rifiuti, a gennaio ha firmato il contratto per due gare, una per togliere i rifiuti e l’altra per porre delle barriere in modo tale da impedire che le discariche abusive possano riformarsi.

Stop per l’emergenza coronavirus, poi, finalmente, i lavori sono stati fatti a maggio e ora sono quasi conclusi. Restano solo dei mucchietti di rifiuti, che saranno portati via nei prossimi giorni, ma almeno adesso l’area è pulita.

Peccato che, per fermare gli incivili e i delinquenti, si danneggino anche i cittadini perbene. L’area è infatti inaccessibile, anche se qualcuno, soprattutto i pescatori, si addentra lo stesso dagli stretti passaggi pedonali rimasti.

I progetti

La giunta De Luca ha inserito questa spiaggia nel Piano di utilizzo del demanio marittimo come punto “Bandiera Blu”. Iniziativa lodevole ma l’obiettivo appare lontano perché qui intorno c’è solo degrado. I lavori sulla via don Blasco sono in corso d’opera, le aree sono transennate e i rifiuti strabordano dai cassonetti, compresi quelli ingombranti.

Quando la nuova strada sarà pronta finalmente quell’area sarà più frequentata. Ma una nuova strada, per quanto utile, non basta a riqualificare. Soprattutto perché, come si vede da video e foto, la via don Blasco è piena di costruzioni davanti al mare, attività nel campo dell’edilizia, della meccanica, della siderurgia, della logistica, che con la fruizione del mare non hanno nulla a che vedere e che sono da preservare in aree specifiche.

10 milioni per il trasferimento delle attività

Infatti il Prusst, il Programma urbano di sviluppo sostenibile del territorio, ne prevede la delocalizzazione con l’ampliamento dell’area Irsap (Istituto regionale per le attività produttive) di Larderia. Il Masterplan finanzia con 9,8 milioni di euro il progetto per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, gli espropri e l’acquisizione delle aree, mentre le aziende dovrebbero sostenere i costi eventuali di realizzazione dei nuovi capannoni a Larderia. Un accordo che dovrebbe garantire massimi benefici per le aziende, in modo tale da incentivarle a lasciare la via don Blasco e a trasferirsi a Larderia. Quest’accordo, però, risale a quasi tre anni fa, era l’agosto 2017, e da allora poco o nulla sembra essersi mosso.

(Marco Ipsale) – foto e video di Matteo Arrigo