servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Sono stati spesi più di 3 milioni di euro per risolvere una questione che si trascinava da 30 anni. Il depuratore di Mili, sorto nel 1994, non ha mai avuto una corretta manutenzione e la mancata copertura delle vasche di pretrattamento ha costretto gli abitanti della zona a convivere con i cattivi odori notte e giorno. A subire questa situazione invivibile non sono solo i cittadini di Mili ma anche dei paesi vicini, che a seconda del vento sono investiti dall’aria irrespirabile.
Tutto questo sembra destinato a finire. I lavori per la copertura delle vasche volgono al termine, così come l’ammodernamento dell’impianto stesso, con sistemi innovativi di ossigenazione e decantazione delle acque, che da reflue diventano pulite. Ma vediamo come funziona il depuratore, vi portiamo al suo interno per scoprire come vengono trasformate le acque nere che arrivano da tutta la città. L’impianto, infatti, riceve le fognature dal torrente Guardia a Giampilieri. Da qui, a fine ciclo di depurazione, l’acqua esce pulita e pronta per essere immessa in mare. Non presenta le caratteristiche organolettiche per essere potabile ma è perfettamente depurata e cristallina.
A spiegare tutti i processi che avvengono all’interno dell’impianto e gli interventi che Amam ha messo in campo per renderlo perfettamente funzionante è il direttore dei lavori Francesco Cardile. Dalle sue parole scopriamo come il depuratore sia caratterizzato da un ciclo totalmente naturale. Al suo interno, infatti, non vengono usati prodotti chimici ma solo dei batteri che hanno il compito di ripulire l’acqua mangiando la componente organica. Dopo una fase di pretrattamento, quella che emana le esalazioni più forti, le parti solide vengono separata dalle liquide attraverso delle griglie. Da qui i liquidi proseguono il loro viaggio verso la fase dell’ossigenazione, che dopo questi lavori gode di nuovi sistemi molto più efficienti, per poi concludersi nelle vasche di decantazione. L’ultimo passaggio è la disinfezione dell’acqua prima di essere indirizzata verso le condotte sottomarine e quindi arrivare in mare.
“Nei 10 milioni di Euro programmati per questo impianto era addirittura prevista la gestione dell’umido”, spiega il sindaco Federico Basile. “Questa amministrazione, in continuità con quella di Cateno De Luca, ha utilizzato quelle somme per ammodernare il depuratore”. Il primo cittadino conferma che l’impianto per l’umido, che aveva destato non poche preoccupazioni negli abitanti della zona, non sorgerà all’interno del depuratore ma nella collina accanto. “Il progetto, che prevede un investimento di 30 milioni di Euro, rispetterà gli standard di qualità necessari”, assicura Basile.
Insieme a lui in sopralluogo c’erano il direttore generale, il consiglio di amministrazione e la presidente di Amam Loredana Bonasera, il direttore generale del Comune di Messina Salvo Puccio e l’assessore Francesco Caminiti.