Contemporaneità per uscire fuori dalla crisi e cura del territorio per essere baricentro di rinascita. Questi gli obiettivi del Teatro Vittorio Emanuele di Messina per la nuova stagione che, dopo il successo di Bellini Black Comedy, apre il sipario con Shakespeare e “Molto rumore per nulla”.
L’amatissima commedia shakespeariana ambientata proprio a Messina, riletta e adattata dalla regia del messinese Giampiero Cicciò, sarà portata in scena, dal 22 al 24 ottobre, da un cast composto prevalentemente da attori messinesi di rilievo nazionale. Due appuntamenti saranno dedicati agli studenti delle scuole per confrontarsi con interpreti e regista.
Il Teatro riparte così da Messina, da un messinese e da un’opera ambientata proprio nella nostra città. Ma il perché della scelta di “Molto rumore per nulla” per inaugurare la stagione sta nella sua eterna attualità. La regia di Cicciò, unica per il legame e la conoscenza del territorio accanto all’esperienza maturata fuori e alla visione attenta della realtà, vuole far riflettere sull’uomo contemporaneo tramite il genio eterno di Shakespeare e la profondità del sentire da lui raccontato.
“Il cuore di questa storia e ciò che la nostra riproduzione vuole mettere in luce sono i sentimenti descritti, le relazioni interpersonali, l’amore tra Benedetto e Beatrice, la paura, l’odio. Sentimenti che restano gli stessi tanto nel 1598, quando il poeta scriveva l’opera, tanto oggi mentre noi la rileggiamo. Sono dei sentimenti talmente contemporanei che le dinamiche direzionali da seguire oggi sono identiche. È questo che interessa a tutta la compagnia: raccontare ai messinesi, ma non solo a loro si spera, come un regista e una compagnia abbiano letto, alla luce del loro tempo, queste dinamiche, questa fragilità, la paura di dire ‘io sono così’, ‘io ti amo’ o ‘io non ti amo’; esattamente nello stesso modo in cui lo direbbero gli adolescenti del 21esimo secolo. Per essere contemporanei dobbiamo leggere Eschilo, Schiller, dobbiamo leggere Shakespeare” spiega il regista.
Una storia che non vuole portare sul palco personaggi ma persone, con le loro emotività, la loro autenticità ma anche le loro maschere. A dar loro vita uno straordinario gruppo di attori, per lo più messinesi, alcuni conosciuti dal pubblico per teatro e televisione, altri presenti nelle principali compagnie italiane. Nella cornice di una Messina immaginaria e senza tempo, per trascinare lo spettatore nella tradizione di un testo antico e rivelarne l’inarrestabile ed eterna forza vitale.
A rendere l’opera estremamente contemporanea è anche la sua messa in scena all’avanguardia, grazie a strumenti digitali e innovativi. La progettazione video di Giovanni Bombaci, con il suo videomapping, si intreccia con la narrazione, donandole una realtà aumentata. La musica intraprende un percorso tra tradizione e innovazione grazie ai brani originali firmati da Dino Scuderi. Le scene e i costumi di Francesca Cannavò aggiungono, infine, fantasia e coinvolgimento al tutto.
Traduzione e adattamento di Giampiero Cicciò; Regia di Giampiero Cicciò
Scene e costumi di Francesca Cannavò
Musiche di Dino Scuderi
Disegno luci di Lorenzo Tropea
Videoproduzioni Giovanni Bombaci
Movimenti di scena Sarah Lanza
con
Beatrice: Federica De Cola
Benedetto: Eugenio Papalia
Carruba: Luca Fiorino
Don Pedro: William Caruso
Don Juan: Adele Tirante
Claudio: Giuseppe De Domenico
Leonato: Daniele Gonciaruk
Antonio: Luca Notari
Borraccio: Francesco Bonaccorso
Frate Francesco: Antonio Fermi
Ero: Giulia De Luca
Margherita: Mariapia Rizzo
Orsola: Cristina La Gioia
Direzione dell’allestimento Ioannis Piperopuolos
Assistente alla regia Antonio Previti
Fonico Alessandro Innaro
Luci Walter Macrì
Realizzazione costumi Sartoria Pipi
Produzione EAR Teatro di Messina
Servizio di Silvia De Domenico, intervista di Alessandra Serio, articolo di Emanuela Giorgianni.