Cronaca

“Non c’è orgoglio senza liberazione”: dallo Stretto Pride si alzano le voci degli studenti VIDEO

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – Dal corteo dello Stretto Pride si sono alzate le voci degli studenti universitari. Sono intervenuti in rappresentanza delle loro associazioni per urlare il loro bisogno di libertà e inclusione. Nell’ambiente accademico e non solo.

“Dobbiamo alzare la voce contro ogni forma di odio”

Il primo a parlare, nella tappa davanti al liceo classico Maurolico, è stato Damiano Restuccia di Esn (Erasmus Student Network). “Ogni differenza culturale, etnica o di orientamento sessuale arricchisce la nostra comunità. Ogni giorno milioni di persone nel mondo affrontano pregiudizi e discriminazioni semplicemente per chi sono. Questo non è accettabile, dobbiamo alzare la voce contro ogni forma di odio e intolleranza”, ha detto al microfono. E questo ha fatto Messina oggi, ha alzato la voce.

“Ho la libertà di amare chi amo ed essere chi sono”

Nella seconda tappa, all’incrocio fra il Corso Cavour e la via Tommaso Cannizzaro, ha preso la parola Nino Italiano dell’associazione Udu (Unione degli universitari) . “Non vorrei che questo contesto di festa e gioia nascondesse l’origine del pride. Il primo è stato una rivolta e ha aperto la strada ai nostri diritti. Non c’è orgoglio senza liberazione per tutti noi, per questo dobbiamo continuare a lottare”, ha detto Nino al microfono. In un intervento appassionato ed emozionato. E ha concluso così: “Mi rifiuto di credere che all’Italia non importi se due ragazzi vengono picchiati perché camminano mano nella mano. Mi rifiuto di vivere in un paese che non tutela i diritti Lgbtq+. Ho la libertà di amare chi amo ed essere chi sono”.

“Battaglie della comunità Lgbtq+ devono essere di tutti”

Nel terzo intervento ha preso la parola Fabio Alosi, accompagnato da Cristina Scorza e Giovanni Torrisi. Tutte e tre studenti di Giurisprudenza e componenti dell’associazione Elsa. “Il nostro motto è difendere i diritti umani e la dignità umana. Le battaglie della comunità Lgbtq+ devono essere combattute da tutti. Crediamo che chiunque si occupi di legge debba farlo”, conclude.